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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2013 alle ore 19:50.
L'ultima modifica è del 16 luglio 2013 alle ore 18:07.

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Il capo gabinetto del Viminale, Giuseppe Procaccini (Ansa)Il capo gabinetto del Viminale, Giuseppe Procaccini (Ansa)

Il cognato di Shalabayeva non è stato percosso
Sono «infondate», ha spiegato il ministro nel suo intervento, le informazioni riportate sulla stampa secondo cui il cognato di Alma Shalabayeva é stato «percosso» nell'operazione che ha riportato la donna nel suo Paese di origine.

La verità di Procaccini: informai il ministro
Il capo di gabinetto dimissionario non ci sta a fare da capro espiatorio. «Informai subito il ministro delle richieste dei kazaki, lascio per senso del dovere». Il prefetto Giuseppe Procaccini ha scelto di andarsene prima di essere cacciato ma non nasconde la sua amarezza e in una serie di interviste rilasciate a vari quotidiani si sfoga: «Dopo tanti anni di carriera vado via, ma sono stato ingiustamente offeso». E ha chiarito: «Ho ricevuto l'ambasciatore kazako al Viminale perché me lo disse il ministro spiegandomi che era una cosa delicata. L'incontro finì tardi e quindi quella sera non ne parlai con nessuno. Ma lo feci il giorno dopo, spiegando al ministro che il diplomatico era venuto a parlare della ricerca di un latitante. Lo informai che avevo passato la pratica al prefetto Valeri».

Berlusconi: Alfano non si tocca
«Alfano non ha colpe e non si tocca. Né lui né il governo». Silvio Berlusconi è intervenuto nella polemica e in un colloquio col Corriere della Sera sul caso kazako ha spiegato: «Non vedo nulla che possa mettere in discussione la stabilità, nulla che possa provocare una crisi. Con tutti i problemi che ha il Paese, e i segnali negativi che giungono dall'economia». «Qualche irresponsabile - ha aggiunto - pensa davvero di far saltare Alfano per far saltare il governo? Non scherziamo». Berlusconi ha parlato anche delle mozioni di sfiducia presentate nei confronti del ministro dell'Interno: «Impegnano il Parlamento e fanno perdere tempo in un momento così difficile e preoccupante».

Palazzo Chigi: la relazione conferma che il Governo non è stato coinvolto
Il Governo - si legge in una nota della Presidenza del Consiglio - ha acquisito oggi la relazione predisposta dal Capo della Polizia all'esito delle indagini relative all'espulsione della cittadina kazaka Alma Shalabayeva e di sua figlia. La relazione contiene una puntuale ed esaustiva ricostruzione dell'intera vicenda e nella quale risulta confermato anche quanto affermato nel comunicato stampa del 12 luglio della Presidenza del Consiglio: il mancato coinvolgimento dei vertici del Governo, la correttezza sul piano giuridico del procedimento di espulsione, l'esistenza di criticità e anomalie che hanno dato luogo all'inchiesta interna». «Sulla base della relazione - continua la data - il Governo provvederà alle necessarie determinazioni. Inoltre, il Ministro degli Affari Esteri convocherà nelle prossime ore l'ambasciatore del Kazakhstan per ricevere adeguati chiarimenti. Il Governo continuerà ad assicurare il massimo impegno nel seguire con attenzione ogni profilo di protezione internazionale e di salvaguardia dei diritti umani connesso alla vicenda».

Relazione Pansa: nessuno disse che il marito era dissidente
«In primo luogo va ribadito che in nessuna fase della vicenda, fino al momento dell'esecuzione dell'espulsione con la partenza della donna con la bambina, i funzionari italiani hanno avuto notizia alcuna sul fatto che Albyazov, marito della cittadina kazaka espulsa, fosse un dissidente politico fuggito dal suo Paese e non un pericoloso ricercato in più Paesi per reati comuni». È quanto si legge nella relazione Pansa, secondo quanto viene riferito da fonti del Viminale.

Relazione Pansa: importanza solo a ricerca latitante
«Si è data importanza alla sola ricerca del latitante», mentre è mancata «l'attenzione ad una verifica puntuale e completa su tutto il rapporto innescato dalle autorità kazake» che ha coinvolto direttamente il Gabinetto del ministro. È quanto si legge nella relazione Pansa secondo quanto si apprende da fonti del Viminale.

M5s attacca: Ps ha avuto coperture politiche dal Pdl
M5s attacca Alfano. I funzionari di polizia coinvolti nel caso Shalabayeva «hanno agito nella consapevolezza di aver ricevuto coperture politiche dal capo del suo partito, sodale del presidente del Kazakistan». Il senatore del MoVimento 5 Stelle Michele Giarrusso, intervenendo in Senato dopo l'informativa del vicepremier, ha ricordato: «La sua informativa è una grande menzogna. Ablyazov era un dissidente, non un latitante. E lo dimostra il fatto che un latitante non andava espulso, ma andava estradato. E nessun Paese europeo fa estradizioni verso il Kazakistan, nel quale neanche i criminali veri vengono estradati, figuriamoci una donna e una bambina di 6 anni».

Cancellieri: convinta che Alfano non sapesse
«Onestamente, sono convinta che Alfano non sapesse. Per una normale espulsione non si informa il ministro, altrimenti dovrebbero informarlo centinaia di volte». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, al termine dell'informativa di Alfano al Senato.

Renzi: anche Letta in Aula e prenda posizione
«Prendo atto che il vicepremier va alle 20 alla Camera: dopodiché, la vicenda riguarda il presidente del Consiglio, sia lui a valutare quello che è accaduto». Lo ha affermato Matteo Renzi, sindaco di Firenze, sul caso Ablyazov. «Immagino andrà in aula egli stesso e dovrà prendere posizione sulla vicenda, dovrà dire se le considerazioni di Alfano lo avranno convinto o no», ha aggiunto, intervenendo alla presentazione di un libro.

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