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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2013 alle ore 22:50.
L'ultima modifica è del 01 agosto 2013 alle ore 10:12.

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Confermata la condanna per i coimputati
Per quanto riguarda gli altri imputati nel processo, la Cassazione ha rigettato i ricorsi di Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama, coimputati di Berlusconi nel processo Mediaset. Nei loro confronti, dunque, la sentenza di condanna d'appello diventa definitiva. Frank Agrama, il produttore statunitense ritenuto socio occulto di Berlusconi, ha una condanna a 3 anni di reclusione (condonati), mentre gli ex manager Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto hanno riportato condanne a 3 anni e 8 mesi e ad un anno e due mesi.

Accolte gran parte delle richieste del pg Mura
Di fatto, dunque, la Suprema corte ha accolto in gran parte le richieste avanzate dal sostituto pg della Cassazione, Antonello Mura: conferma in toto delle condanne di I e II grado per tutti gli imputati, salvo abbassare, da 5 a 3 anni, la pena accessoria di interdizione dei pubblici uffici, quantificata in eccesso dai giudici della Corte d'appello per una errata lettura della normativa in materia. Su questo secondo punto, gli ermellini hanno previsto che dovrà essere rifatto un processo d'appello bis a Milano nei confronti di Berlusconi solo per rideterminare la durata dell'interdizione.

Il team difensivo del Cavaliere: ricorreremo alla Ue
«La sentenza della Corte di Cassazione nel Processo Diritti non può che lasciare sgomenti. Vi erano solidissime ragioni ed argomenti giuridici per pervenire ad una piena assoluzione del Presidente Berlusconi. Valuteremo e perseguiremo ogni iniziativa utile anche nelle sedi Europee per far si che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata». Così in una nota gli avvocati di Silvio Berlusconi Franco Coppi, Niccolò Ghedini, Piero Longo.

In camera di consiglio oltre sei ore e mezzo di discussione
Alle 12, la Sezione feriale penale della Suprema Corte presieduta da Antonio Esposito si era ritirata per decidere la legittimità o meno della sentenza di II grado che a ottobre ha condannato a 4 anni (di cui 3 condonati) e 5 di interdizione dai pubblici uffici il leader del centrodestra e altri tre manager Fininvest per una frode fiscale da 7,3 milioni di euro relativa agli anni 2002-2003 (per i due anni precedenti il reato è prescritto). Intorno alle 19 si è conclusa la camera di consiglio, dopo circa sei ore e mezza di discussione. Il dispositivo è stato poi letto davanti a settantadue i giornalisti presenti e una ventina di persone di pubblico a vario titolo, soprattutto avvocati. Berlusconi ha atteso la sentenza nella sua residenza romana di Palazzo Grazioli. Dopo la lettura del verdetto, il Cavaliere ha riunito lo stato maggiore del partito nell'abitazione in via del Plebiscito. Con il Cavaliere gli avvocato Coppi e Ghedini. In serata, la decisione di affidare a un videomessaggio la sua amarezza.

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