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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2013 alle ore 08:41.

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ROMA
Un pranzo incentrato soprattutto sulle riforme e in particolare sulla legge elettorale. Questo almeno viene riferito ufficiosamente al termine dell'incontro nella tenuta presidenziale di Castel Porziano tra Giorgio Napolitano e la delegazione del Pd guidata da Gugliemo Epifani. La presenza di Anna Finocchiaro assieme ai capigruppo Zanda e Speranza indirettamente lo conferma. Un colloquio che arriva a pochi giorni dal faccia del Capo dello Stato con Brunetta e Schifani svoltosi al Quirinale all'inizio della settimana.
Il ragionamento di Napolitano è sempre lo stesso. La stabilità del Governo è il bene primario da salvaguardare, soprattutto ora che si intravede la ripresa economica. Parole che ha ripetuto a Epifani – come raccontano alcune fonti parlamentari – e che aveva già pronunciato nell'incontro con il Pdl. Un invito alla responsabilità che arriva proprio nel giorno in cui la tensione all'interno della maggioranza raggiunge il livello di guardia. Il botta e risposta tra Pdl e Pd sull'Imu è più di un campanello d'allarme, che mette a repentaglio l'equilibrio delle larghe intese già provate dal caso Berlusconi. Anche perché proprio contestualmente al pranzo tra il Capo dello Stato e il vertice del Pd, l'ex premier diramava la dura presa di posizione sull'Imu.
Napolitano chiede alle forze politiche di accantonare gli interessi di parte. E in questo senso giudica positivamente – sostengono le stesse fonti – il confronto sulle riforme e in particolare l'accelerazione sulla legge elettorale. Il superamento del Porcellum è da sempre uno dei principali obiettivi di Giorgio Napolitano che già nel precedente settennato aveva più volte duramente criticato le forze politiche per l'incapacità di trovare un accordo su una nuova legge elettorale. Critiche rilanciate anche nell'intervento pronunciato davanti alle Camere nel giorno del suo secondo insediamento al Quirinale.
Durante il pranzo non ci sarebbe stato invece nessun riferimento – assicurano esponenti del Pd – alla vicenda Berlusconi. Anche perché «nulla ci sarebbe stato da dire visto che su questo punto la posiziopne del Pd è chiarissima», ribadiscono i democratici. Lo stesso confermano da Quirinale, che rimandano alle considerazioni fatte dal Colle alcuni giorni fa, quando si ammoniva a non esercitare sul Capo dello Stato, attraverso interpretazioni infondate e commenti intempestivi, un'intrusione in una fase di esame e riflessione che richiede il massimo di ponderazione e serenità.
Ma è una versione che invece nel Pdl ritengono poco verosimile. Nel partito di Berlusconi più di qualcuno è convinto che in realtà il piatto forte dell'incontro di ieri con il Pd sia stato proprio il Cavaliere. «Napolitano vuole evitare a tutti i costi la crisi di governo e sa che se non si trova una soluzione politica sulla vicenda Berlusconi difficilmente Letta potrà andare avanti», sosteneva ieri uno dei principali esponenti del Pdl.
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