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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2013 alle ore 08:20.

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Queste sono proprio le riforme allo studio dei ministeri dello Sviluppo e dell'Economia. Così qualcosa inizia già a muoversi sul mercato. Dopo l'estate il mercato dei mini-bond potrebbe iniziare a germogliare, con nuovi investitori. «Il processo sarà lento – osserva Gallia –. Io sarei contento se nel medio termine il finanziamento bancario si ridurrà dal 92% al 70%, dando più spazio al mercato». Forse non si arriverà a questi livelli. Ma, visto che il credit crunch è strutturale, se non si prova a creare qualche alternativa l'Italia rischia di avvizzirsi come una foglia secca.
m.longo@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA Confronto su base 100 = 8/8/2012 tra Ftse All Share e Creval
SGR ITALIANE INDIPENDENTI
In Italia nascono i primi credit fund, ma non ancora per le aziende mini
I gestori di Ver Capital, società di gestione italiana, l'hanno chiamato «Fondo di credito italiano». Quelli di Riello Sgr, società della famiglia Riello, l'hanno battezzato «Fondo Impresa Italia». I nomi sono più o meno gli stessi, perché la finalità è più o meno la medesima: creare dei fondi che investano in obbligazioni emesse da imprese medio-piccole (più medie che piccole) italiane. Creare delle strutture in grado di valutare con attenzione le imprese su cui puntare, anche se poco note e di dimensioni ridotte, e comprare mini-bond emessi ad hoc. Per ora sono poche le Sgr italiane indipendenti che si stanno attrezzando su questo fronte. Troppo poche, per considerare questo un mercato in crescita. Ma altre, dietro le quinte, ci stanno pensando.
Riello Sgr, per esempio, conosce da anni le medie imprese soprattutto del Centro-nord. E in particolare del settore manifatturiero. Così ora, che si sta aprendo il mercato dei mini-bond, ha deciso di lanciare un fondo ad hoc da 150-200 milioni di euro: Fondo Impresa Italia. L'iniziativa è già stata presentata in Bankitalia a inizio aprile, la raccolta-fondi è già iniziata e a ottobre-novembre i promotori pensano che il fondo potrà iniziare a investire. «Stiamo già facendo un lavoro capillare sul territorio, per individuare le imprese giuste – racconta Federico Merola, partner di Riello nell'iniziativa –. Il nostro target è rappresentato dalle imprese tra i 30-40 e i 150-200 milioni di fatturato». Il fondo investirà per almeno il 70% in strumenti di debito (minibond emessi ad hoc, cambiali finanziarie) e per il restante 30% in capitale.
Ha un target di aziende medie e non piccole anche Ver Capital, che ha già in azione alcuni credit fund e che ora sta lanciando quello dedicato ai mini-bond: Fondo di Credito Italiano. «Su richiesta di alcuni investitori istituzionali – racconta Andrea Pescatori, amministratore delegato di Ver Capital – abbiamo deciso di creare un fondo di questo tipo –. Abbiamo passato al setaccio 2mila azienda italiane e ne abbiamo selezionate 400 interessanti. Di queste, pensiamo che il 20% potrà rientrare nei nostri investimenti». Anche in questo caso, dunque, le imprese obiettivo saranno medie, non piccole. Perché allo stato attuale investire in titoli troppo piccoli non è ritenuto interessante: il lavoro di analisi da fare è eccessivo e il ritorno troppo esiguo.

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