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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2013 alle ore 08:20.

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INVESTITORI ESTERI
Investitori esteri in arrivo ma solo con capitali raccolti in Italia (per ora)
Il mercato dei mini-bond italiani sarà veramente un mercato quando parteciperanno anche investitori internazionali. E in effetti qualche iniziativa dall'estero sta già partendo. L'americana Muzinich è pronta a lanciare un fondo chiuso che investa in bond di imprese italiane con un fatturato tra i 50 e i 500 milioni. La società di gestione londinese River Rock ha lanciato l'Italian Hybrid Capital Fund. La londinese Tenax Capital (fondata e guidata dall'italiano Massimo Figna) ha già un credit fund europeo e presto potrebbe investire in mini-bond italiani. Alla riunione che si è tenuta recentemente al ministero del Tesoro erano invitati (ma non hanno partecipato) anche i fondi internazionali Ares e Apollo. E altri grandi nomi mondiali stanno valutando opportunità di investimento nel nuovo mercato dei mini-bond italiani.
Il problema è che tutte queste iniziative, allo stato attuale, sono estere solo fino a un certo punto: perché i nascenti fondi stanno raccogliendo capitali di investitori italiani. Non internazionali. «I capitali esteri per ora stanno a guardare – conferma Alessandro Graziano, responsabile marketing dei fondi River Rock –. Aspettano che la situazione in Italia si stabilizzi e che il mercato dei mini-bond nasca davvero». «È ovvio che i primi a mettere i soldi in queste iniziative devono essere gli italiani – osserva un addetto ai lavori che preferisce restare anonimo –. Ma poi se questi primi fondi pionieri andranno bene, i capitali stranieri arriveranno».
Per ora, dunque, le iniziative dall'estero raccolgono soldi italiani. Funziona così, per esempio, il fondo di Muzinich. Che ha già analizzato circa 60 aziende italiane in cui investire. E con quattro ha già «trattative avanzate». Funziona così anche il fondo ibrido lanciato da River Rock. «Abbiamo iniziato la raccolta fondi in Italia ad aprile-maggio tra assicurazioni, casse previdenziali, fondi pensione, family offices e investitori sovranazionali», spiega Graziano. Così ora è tutto pronto a partire. «Il nostro fondo è ibrido: entrerà nel capitale delle aziende, erogando loro anche un finanziamento – spiega il portfolio manager Roberto Ippolito –. L'obiettivo è di aiutare le imprese a rimodulare tutta la struttura di capitale». Di fatto, dunque, si tratta di un misto tra un fondo di private equity e un credit fund. Diverso il caso del Tenax Capital Opportunity Fund, lanciato a marzo. L'iniziativa della società di gestione londinese Tenax, che è già autorizzata in Italia ad operare con un fondo, investe erogando credito (anche direttamente) alle imprese di tutta Europa. «Il fondo può investire anche in Italia – spiega il fondatore Massimo Figna – e stiamo valutando alcune opportunità».

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