Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2013 alle ore 13:48.

My24

Ebbene, la Corte Suprema ne limitò a volte il complesso disegno giudicando incostituzionali molte leggi, al punto di far proporre al Presidente una riforma di ampiamento del numero dei giudici della Corte, riforma costituzionale che ovviamente non passò. In questi giorni, quasi in concomitanza con le accese discussioni nostrane, alcune decisioni della Corte Suprema sono state commentate, ad avvalorare sia il diritto di critica, sia l'assoluto indiscusso potere della magistratura ad esercitare il suo ruolo. Le decisioni riguardano i diritti umani fondamentali attualmente controversi, con alterne prese di posizione di uomini politici e di forti gruppi della pubblica opinione, i quali in simmetria anche in Italia stanno vivendo, sia pure attraverso diversi canali istituzionali, identiche traversie. Si tratta del riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali e dei diritti razziali degli afroamericani.
La norma costituzionale applicata è l'"Equal Protection Close" del XIV emendamento. A chiusura della sessione 2012 - 2013, con la decisione United States v. Windson, la Suprema Corte ha dichiarato incostituziona-le la legge "Defense Of Marriage Act" (Doma), che negava molti diritti e tutela di interessi alle coppie omosessuali, pur maritate in base alle leggi di singoli Stati, confermando così in linea di principio il riconoscimento ad eguali diritti ai cittadini gay e lesbiche.

Più discusse invece le decisioni Shelly e Fisher del 25 e 24 giugno 2013, le quali hanno considerato che le leggi statali debbono adottare la stessa disciplina quando cercano di aiutare le comunità di afroamericani o quando invece le opprimono, sulla convinzione espressamente dichiarata dal Chief Justice John Roberts che, «il modo di fermare la discriminazione su basi razziali è smettere di discriminare su basi razziali», ovviamente nel bene, ma allo stato attuale anche nel male, a tutto danno dei cittadini afroamericani.
L'insegnamento da questa comparazione è che dalla norma di base, cioè dalla Grundnorm costituzionale, derivano sia i diritti dei cittadini, sia la legittimità di tutte le norme che compongono l'ordinamento statuale. Il principio fondamentale è dunque quello che tale norma, cioè la Costituzione, non si deve cambiare se non in casi di totali rivolgimenti sociali di carattere definitivo o rivoluzionario, come ammetteva lo stesso Kelsen.

Tanto meno la si può o la si deve cambiare da noi, essendo peraltro già stata stravolta da decenni di piccole controriforme sottratte al controllo costituzionale. Debbo poi aggiungere che le ultime due stagioni governative sono state incapaci di introdurre una legge elettorale, si badi, ordinaria, ma che tuttavia nel 2012, senza alcuna difficoltà o approfondita discussione popolare, è stato introdotto nell'art. 81 della Costituzione il principio di pareggio di bilancio, sulla mistificatoria giustificazione che ci veniva imposto dall'estero, senza trovare equilibrio, né tenere in alcun conto che molti diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto al lavoro e alla libertà di impresa, potrebbero essere conculcati.
Seconda e conclusiva considerazione: i tre poteri dello Stato debbono ad ogni costo essere rispettati. Non corre dubbio che, oltre a quelle economiche ben note, il Paese necessiti di riforme, soprattutto organizzative, attuabili con legge ordinaria. Le funzioni statuali devono essere rese più efficienti, come ad esempio, la giustizia civile e penale, che tra l'altro de-ve ancora adeguarsi alle regole che la Corte di Strasburgo sui diritti umani ci ha imposto a seguito di - per noi vergognose - continue condanne.

Ma tutto ciò non deve essere gabellato, così come non può essere la legge elettorale in vergognoso "stand by", come riforme costituzionali di qualche tipo. Tale trasmutazione, dall'ordinario al costituzionale e viceversa, così come dal generale al particolare costituito da leggi ad personam, potrebbe mettere a rischio i volori fondanti dello Stato di diritto e la forza e l'efficacia della stessa democrazia.

Shopping24

Dai nostri archivi