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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2013 alle ore 20:10.

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È in situazioni come queste che i gruppi radicali islamici avranno buon gioco a intensificare ovunque la loro propaganda basata sul martirio dei musulmani e sull'accusa ai regimi laici di essere dei miscredenti, soprattutto se il governo del Cairo non sarà in grado di riportare un ordine accettabile e di rimettere sotto controllo il Sinai, diventato in questi mesi una sorta di mini-Afghanistan ai confini con i Territori palestinesi e Israele.

Gli stessi stati arabi del Golfo, come Qatar e Arabia Saudita, sono in difficoltà: dopo il colpo di stato del 3 luglio scorso hanno promesso miliardi di dollari all'Egitto dei militari ma con la durezza sanguinosa di questa repressione, documentata dalle loro emittenti come la tv qatarina Al Jazera, avranno grandi difficoltà a giustificare il loro sostegno al nuovo regime.

I Fratelli Musulmani egiziani, benché poco amati dalle monarchie petrolifere, sono comunque la più antica e maggiore organizzazione araba dell'Islam politico ed erano arrivati al potere dopo una lunga marcia durata 80 anni. La loro cancellazione "manu militari" avrà degli effetti in tutto il Medio Oriente, così come non è escluso che gli ultimi eventi condurranno a ulteriori divisioni dentro ai partiti islamici, tra falchi e colombe, tra chi deciderà di abbracciare lotta armata e chi continuerà a credere nei metodi della democrazia.

In Algeria negli anni'90 i generali sradicatori ebbero la meglio sugli islamici dopo un decennio di guerriglia e terrorismo con un bilancio tragico: oltre 200mila morti e migliaia di dispersi. Ma fu una tragedia porte chiuse: i generali isolarono il Paese da ogni influenza esterna ed eliminarono i testimoni, in Egitto oggi un'operazione di questo genere appare assai più complicata.

Quello che accade al Cairo mette in imbarazzo anche gli Stati Uniti e l'Europa. La mediazione americana ed europea è miseramente fallita. Washington, pur essendo il maggiore finanziatore e fornitore delle Forze armate egiziane, ha dimostrato di non essere in grado di influenzare positivamente gli eventi: in poche parole i generali sradicatori hanno tirato uno schiaffo anche alla superpotenza americana e all'Unione europea. Ma non sarà questo modesto affronto il maggiore dei problemi: l'escalation della violenza sulla Sponda Sud è appena cominciata e noi non sappiamo come rispondere.

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