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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2013 alle ore 11:18.

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Allarme Confartigianato sui costi Imu per le imprese
Pagare meno per la tassazione degli immobili, in un momento di forte recessione, è anche la speranza degli imprenditori, che secondo i dati diffusi oggi dal Confartigianato hanno pagato nel 2012 9,3 mld di euro per l'Imu sugli immobili produttivi, pari al 39,1% del totale dei 23,7 miliardi di gettito Imu dello scorso anno. Da gennaio, sottolinea una nota dell'associazione imprenditoriale, l'imposta municipale sui capannoni delle imprese sarà ancora piu' costosa: l'aumento automatico da 60 a 65 del moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili produttivi ha fatto farà incrementare dell'8,3% il prelievo Imu, pari a 491,2 milioni di maggiori tasse per le aziende italiane.

Equiparare i capannononi alle prime case
Rispetto all'Ici, rileva Confartigianato, l'Imu ha generato un maggiore prelievo fiscale di 14,5 miliardi sui contribuenti, tra cui il maggiore gettito è stato garantito dalle imprese. Il 50,6% dei Comuni italiani ha, infatti, aumentato l'aliquota base da applicare agli immobili produttivi; il 47,9% ha mantenuto l'aliquota base del 7,6 per mille e solo l'1,6% l'ha ridotta: con il risultato che l'aliquota media nazionale applicata agli immobili produttivi è pari al 9,4 per mille. Per il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, «Gli imprenditori non possono sopportare ulteriori aumenti di pressione fiscale né l'incertezza su tempi e modalità di applicazione dei tributi». Sul fronte Imu, in particolare, la richiesta è di non trattare gli immobili produttivi alla stregua delle seconde case: «i nostri laboratori vanno esentati dall'imposta perché sono la nostra prima casa».

Consumatori preoccupati per un aumento della pressione fiscale
Preoccupati per le ricadute sulle famiglie di ogni aggravio della pressione fiscale per le imprese anche i consumatori, che denunciano come «Gran parte del peso dell'Imu per imprese ed esercenti (circa il 60%) viene scaricato sui cittadini». In una nota , Federconsumatori stima che «le ricadute indirette dovute al pagamento dell'Imu da parte di aziende, esercenti, ecc. sui prezzi e sulle tariffe è pari complessivamente a 480 euro annui a famiglia». Cifra «che si aggiunge a quanto i cittadini dovranno pagare in termini diretti per tale imposta e che si somma alla stangata del 2013 per l'aumento di prezzi e tariffe, che complessivamente comporta aumenti pari a +1.492 euro a famiglia». Indispensabile quindi arrivare all'eliminazione definitiva dell'Imu sulla prima casa, altrimenti «i cittadini si troveranno a far fronte a costi insostenibili, pari a circa +683 euro annui. Importo che equivale, per fare un esempio, a un mese e mezzo di spesa alimentare di una famiglia media».

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