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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2013 alle ore 06:50.

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Insomma, i senatori democratici non saranno pronti come un plotone d'esecuzione per sparare il 9 settembre, quando si riunirà la Giunta per esaminare il caso. Anche considerando il fatto che il relatore Andrea Augello probabilmente si dimetterà una volta che la sua relazione sarà bocciata dalla commissione, i calcoli che si fanno in Senato tra i democratici indicano tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre il momento del voto. E su questo il Pdl non si fa illusioni: quando arriverà il momento il Pd voterà per la decadenza del Cavaliere. Ma intanto il partito del Cavaliere prende tempo, in attesa magari che possa accadere quel «fatto nuovo» come la commutazione della sola pena accessoria che si spera dal Quirinale e di cui finora non c'è traccia. Quanto alla grazia, l'avvocato Franco Coppi precisa che «per il momento la domanda non è stata presentata».
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I NODI DELLE SANZIONI ACCESSORIE
La condanna definitiva
Il 1º agosto 2013 la Cassazione ha confermato la condanna della Corte d'appello di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi a 4 anni di carcere (tre cancellati dall'indulto) per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset. La Cassazione ha rinviato in Corte d'appello la decisione sull'entità dell'interdizione dai pubblici uffici
Il ruolo della Giunta
In base alla legge Severino, con la sentenza della Cassazione, il Senato dovrà avviare le procedure per la decadenza di Silvio Berlusconi. La discussione inizierà il 9 settembre. Prima verrà ascoltata la proposta del relatore Andrea Augello (Pdl), poi si dovrà dare possibilità alla difesa di presentare le sue tesi, si avvierà il dibattito e quindi la giunta deciderà. E sulla sua decisione dovrà pronunciarsi l'Aula, probabilmente a novembre
Le pene accessorie
Sul futuro politico dell'ex premier pesa la rideterminazione delle pene accessorie che dovrà effettuare la Corte d'Appello di Milano. Che potrebbe stabilire i nuovi limiti della interdizione dai pubblici uffici entro fine anno. I tempi potrebbero allungarsi, ma di poco, se la decisione dovesse essere riportata davanti alla Cassazione. Anche se in passato ci sono stati casi in cui la Camera di appartenenza ha preso tempo nel prendere atto della condanna, non si è mai arrivati a non riconoscerne l'esito

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