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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2013 alle ore 07:37.

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g) Un'apertura a 360°
Il testimone, quando è autentico, fa sempre spazio all'interlocutore e a tutte le sue domande, di qualunque tipo esse siano: «Non ci sono confini, non ci sono limiti» (Papa Francesco, Santa Messa per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, 28 luglio 2013). Non è certo un ripetitore di teorie o di dottrine cristallizzate, ma vive delle stesse domande del suo interlocutore, poiché è immerso in quel medesimo campo che è il mondo. Non esistono infatti domande dei nostri contemporanei che non siano nostre; le "periferie esistenziali" – per usare l'espressione di Papa Francesco – sono anzitutto i confini della nostra stessa esperienza umana.
In questa prospettiva, aprendoci al confronto leale con tutti e in tutti gli ambienti dell'umana esistenza, tesi a lasciarci fecondare da un autentico ascolto faremo maturare il buon seme seminato nel campo. Se la fede si rafforza donandola, la testimonianza consente di gustare ancora di più la bellezza della vita cristiana.
h) Un nuovo umanesimo
L'impegno del cristiano non è un'estenuante ricerca di nessi tra il Vangelo e la vita, come se fossero due realtà disgiunte e da mettere artificiosamente insieme. È assai più semplice. Consiste nel documentare in prima persona che Gesù è «via, verità e vita» (Gv 14,6). Come annota acutamente il nostro padre Ambrogio: «Cristo è nostro, perché è la vita» (Esposizione del Vangelo secondo Luca VII, 246).
Il "cattolicesimo popolare ambrosiano" è chiamato pertanto a radicarsi più profondamente nella vita degli uomini attraverso l'annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità di Gesù Cristo all'opera nel mondo: «Nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto la Chiesa perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede» (Dei Verbum 8).
Anche all'inizio di questo terzo millennio Gesù Cristo è feconda radice di un nuovo umanesimo.
In tal modo l'incontro gratuito con Cristo si mostra in tutta la sua corrispondenza all'umano desiderio di pienezza. A tal punto che la necessaria verifica dell'autenticità della fede consiste proprio nella scoperta che essa "conviene" al cuore dell'uomo.
i) Liberi dall'egemonia
Paolo VI disse che «l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» (Evangelii Nuntiandi 41). Per il testimone in primo piano non c'è quello che possiede (doti e capacità), ma quello che ha ricevuto. Per questo è un uomo libero, che sa stare davanti a tutti, senza farsi ricattare dall'esito della propria azione perché sa di essere servo inutile del Signore della storia. Con le sue parole, Papa Montini, la cui beatificazione attendiamo con fervore, intendeva invitare il testimone ad esporre se stesso, evitando ogni egemonia.

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