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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2013 alle ore 07:37.

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Non possiamo perciò evitare di interrogarci: perché la dottrina sociale della Chiesa viene spesso apprezzata come un sogno irrealistico invece che come orientamento promettente anche per le scelte che riguardano il lavoro? Perché si ha l'impressione che i cristiani che si riconoscono alla celebrazione domenicale dell'Eucaristia si ignorino nell'ambiente di lavoro?
Invito tutti i cristiani che lavorano nelle fabbriche, negli uffici, nei centri di ricerca, nei servizi pubblici, nelle strutture sanitarie, scolastiche, finanziarie, insomma in ogni settore, a porsi queste domande, lasciandosi provocare a verificare la propria testimonianza, confrontandosi sullo stile personale e comunitario della loro presenza, sulla verità delle loro scelte, sul coraggio e la lungimiranza delle loro proposte.
I cristiani hanno la responsabilità di essere il seme buono anche nel campo del riposo. Conoscono infatti che la condizione più desiderabile per il riposo è la comunione, quella grazia di sapersi a casa nella relazione buona che lo Spirito di Dio sa costruire facendo dei molti una cosa sola. Perciò il nome cristiano del riposo è la festa e il cuore della festa è la celebrazione eucaristica.
È offerta così la possibilità non solo di staccare dal lavoro e di interrompere la fatica, ma di una rigenerazione che rende la persona pronta per ogni opera buona. La domenica eredita tutto il valore del sabato biblico e tutta la novità cristiana e ritma il tempo con l'irrinunciabile memoria delle opere di Dio e della sua presenza: è quindi il tempo della lode, della intercessione, della speranza, della condivisione e della letizia. È la festa cristiana.
Non possiamo perciò evitare di interrogarci: perché il significato della festa cristiana è così smarrito tra i cristiani stessi? Se l'Eucaristia domenicale è il centro della festa ed è ciò che la rende bella, come avviene che sia così comune la distrazione? Se il riposo e la festa hanno il loro principio nella comunione, perché la domenica è così spesso motivo di dispersione?
Invito le comunità cristiane a porsi queste domande, a verificare il modo di celebrare l'Eucaristia domenicale, a curare le espressioni della vita della comunità. La convinzione che la domenica sia un bene per tutti deve motivare i cristiani anche a quell'opera di persuasione per cui tutti ne possano beneficiare, evitando di cedere a logiche esclusivamente commerciali ed efficientistiche. Non è raro infatti che orari di lavoro e metodi di produzione possano compromettere la vita familiare, l'equilibrio delle persone, la possibilità di partecipare alla vita della comunità.
5. Uno strumento offerto a tutti

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