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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2013 alle ore 07:37.

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f) Con lo sguardo di Gesù
La ricca spiegazione della parabola che Gesù dà ai discepoli riserva anche un altro insegnamento di grande portata. Egli dona loro uno sguardo nuovo sul mondo. I discepoli, infatti, non vedono ancora il mondo come lo vede Gesù e, per questa ragione, sono tentati di estirpare subito la zizzania. Sorprende il fatto che mentre Gesù ha messo l'accento sul buon seme, i discepoli fissano lo sguardo sulla zizzania: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo» (Mt 13,36). Come se all'origine si trovasse la zizzania! Quante volte anche il nostro sguardo dà per scontato il campo, il buon seme e il seminatore, fissandosi subito ed esclusivamente sulla zizzania! E così, dimentichi del bene che è all'origine, ci inoltriamo sui sentieri della condanna, del lamento e del risentimento.
g) Senza impazienza
Gesù, invece, ci chiede di non avere una visione ridotta, miope del mondo. Il mondo è, anzitutto, il luogo della buona semente gettata da Dio stesso perché maturi in buon grano. Così siamo richiamati ad avere uno sguardo paziente. Non ingenuo, non irenico, tanto meno connivente con il male; ma paziente della stessa pazienza misericordiosa di Dio. Una pazienza capace di diventare, come per Gesù, commozione. È impressionante constatare quante volte nel Vangelo viene registrato il fatto che i peccatori non si allontanano, ma si avvicinano a Gesù! La commozione del Signore esprime la sua acuta e dolorosa consapevolezza del male provocato dalla zizzania. Egli, mentre lo prende su di sé, lo circonda da ogni parte con il suo amore infinito, così che ogni uomo e ogni donna possa scoprire e domandare la dolcezza del Suo perdono.
Con questa parabola, Gesù corregge amorevolmente i suoi, segnati dalla impazienza e dallo scoraggiamento di fronte alla confusione talora regnante. Essi possono affidare la loro vita e la loro azione al Signore del campo. Non devono quindi aspettarsi il frutto dalle loro forze. Con gli occhi fissi su Gesù devono stare nel mondo solidali con tutti i fratelli uomini.
3. Il campo è il mondo
a) Dio viene al nostro incontro
Il Figlio dell'uomo semina il seme buono nel campo che è il mondo. Questo significa che tutto dell'uomo e tutti gli uomini sono interlocutori di Gesù. Come comunicare che la fede è un dono alla portata di tutti? Come mostrare allora che non vi è opposizione tra fede e ragione, le due ali dell'umana, inesausta ricerca? Come superare la diffidenza, in molti diffusa, verso la fede e la Chiesa? A questi interrogativi Papa Francesco ha dato una risposta semplice e diretta: «La fede nasce nell'incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi… La fede… appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo» (Lumen fidei 4).

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