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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2013 alle ore 07:37.

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La parola decisiva di questo passaggio dell'enciclica è la parola "incontro". La fede cristiana nasce dall'incontro con il Dio vivente che viene prima di ogni nostra iniziativa, perché ci chiama alla vita e ci dona il suo amore. Di tale chiamata il Papa descrive poi i frutti: occhi nuovi, una promessa di pienezza, lo sguardo sul futuro, luce per la strada… Tutta la vita dell'uomo ha l'andamento di una risposta alla chiamata di Dio perché è, in se stessa, vocazione. Per questo possiamo dire che Gesù è l'Evangelo dell'umano: è la buona notizia per tutto l'uomo e per tutti gli uomini, che vi trovano la strada per il compimento («Se vuoi essere perfetto» Mt 19,21).
Gesù Cristo vivente si offre alla nostra libertà nella forma familiare di un incontro umano: la fede è riconoscerLo. «Allora – diceva il Santo Padre ai giovani nella festa di accoglienza a Rio lo scorso 25 luglio – la nostra esistenza si trasforma, il nostro modo di pensare e di agire si rinnova, diventa il modo di pensare e di agire di Gesù, di Dio».
b) Una trama di relazioni
Noi non siamo uomini e donne isolati gli uni dagli altri, ma viviamo, fin dall'istante del nostro concepimento, in relazione. Ebbene, Dio ha voluto entrare nella storia come uno di noi e cambiare la vita degli uomini attraverso una trama di relazioni nata dall'incontro con Lui. Dopo l'incontro con Gesù di Nàzaret nulla fu più come prima nella vita dei discepoli. Mentre lo ascoltavano, camminavano con Lui per le strade di Galilea, lo vedevano abbracciare i peccatori e guarire gli ammalati, condividevano le loro giornate con Lui… insomma dalla convivenza con Gesù ebbe inizio una storia ininterrotta di rapporti umani, che ha raggiunto anche noi, in cui Dio stesso si comunica da Libertà a libertà.
Il dono di questa inaudita novità si mostra nella sua capacità di comunicarsi lungo il tempo e lo spazio per raggiungere ogni uomo e ogni donna, in una relazione vivente e personale capace di trasformare l'esistenza di ogni giorno (traditio).
Si tratta, quindi, di coltivare questa relazione, di rimanere attaccati a questo incontro con il Dio vivente, lasciandoci guarire dall'illusione della nostra autosufficienza per riconoscere con umiltà l'imponenza di Dio nella umana esistenza.
Commossi dal suo amore gratuito anche noi decidiamo di vivere tutto in relazione con Lui. Qui sta, infatti, la sorgente della pace: nell'ordinato e permanente rapporto con Dio, con gli altri e con noi stessi. Scopriamo in tal modo che la fede non è nemica dell'apertura totale alla realtà. Non toglie nulla all'umana avventura, anzi offre la piena possibilità di compierla.
Dio venuto nella carne povera degli uomini la avvolge di una luce nuova, capace di dare senso ad ogni aspetto della vita quotidiana.

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