Il Sole 24 Ore
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14 settembre 2013

Il realismo di Letta a Bari piace agli industriali pugliesi

di Vincenzo Rutigliano


BARI – Realismo e determinazione. La prima volta di Enrico Letta come premier alla fiera del Levante coincide con molto realismo e poca retorica. Il suo riferimento al Sud «da cui ricominciare ed in cui ciascuno da conto delle sue responsabilità senza rimbalzi a quelle degli altri», è piaciuto, soprattutto agli industriali. «Se vogliamo sperare che il Pil italiano cresca – dice il presidente degli industriali di Bari-Bat., Michele Vinci - l'area di investimenti è il Sud, ma non per favorirlo, ma perchè se cresce il Sud, dove ci sono tante cose da fare, riparte tutta l'Italia». Giudizio positivo anche per Domenico Favuzzi, numero uno degli industriali pugliesi: sono soddisfatto per il richiamo al Sud da cui ripartire. Il problema è però quando queste strategie andranno in esecuzione. Dopo averle raccontate vanno fatte». Anche sul caso Ilva la reazione di Letta, molto pragmatica, è stata condivisa. A Nichi Vendola che chiede un ampliamento del «processo di commissariamento e di estromissione di chi si è appalesato in tutta la sua inaffidabilità», il premier risponde con cautela: «Lunedì –ha detto- avremo una riunione sull'Ilva in linea su quanto abbiamo già fatto. Il commissariamento ha evitato di mettere in ginocchio Taranto. La prima responsabilità che dobbiamo portare avanti è la vita delle persone e il lavoro dei lavoratori». Anche questa risposta è stata giudicata prudente ed interlocutoria, come quella di Vinci secondo cui, «se il commissariamento allargato servirà per mettere a posto le cose, non interrompere le attività produttive , cioè come misura immediata e provvisoria, va bene. Ma la gestione deve poi ritornare al privato, non può essere del pubblico, non possiamo ritornare ai tempi dell' Italsider».

Anche su investimenti e infrastrutture strategiche per rilanciare il settore delle costruzioni e delle opere pubbliche, Letta ha risposto con due numeri: «Nei 95 miliardi di investimenti del piano della cassa Depositi e Prestiti c'è la parola Mezzogiorno» e per le infrastrutture sono stati appostati «1,1 miliardi di euro a partire dall'opera principale, l'Alta velocità da Napoli a Bari». Su questo terreno il giudizio dei costruttori di Ance è di sostanziale apprezzamento. «Abbiamo chiesto una sorta di piano Marshall per le opere minori-dice Nicola Delle Donne, presidente di Ance Puglia. Abbiamo ottenuto alcune risposte ed altre però ne servono».«Questo Governo - aggiunge Domenico De Bartolomeno, n. 2 di Ance nazionale - è stato molto attento. Ha tolto l'Imu per l'invenduto e poi i 2,5 miliardi di mutui con la cassa DDPP. Ora nella prossima legge di stabilità si riavii il piano di investimenti per rilanciare questo settore che rappresenta il 10% del Pil nazionale. Se ripartiamo noi, riparte il Paese». Sul lavoro Letta ricorda gli 800 milioni stanziati per sostenere quello giovanile a tempo indeterminato e per gli imprenditori l'incentivo è buono, «andrebbe solo semplificato sul piano procedurale».Vincenzo Ciccolella dell'omonimo gruppo floricolo (oltre 310 milioni di fatturato nel 2012) ricorda invece a Letta il tema delle privatizzazioni: «Il premier non ha fatto alcun riferimento. Non vorrei che sia stato accantonato pur sapendo che dalle stesse società pubbliche si potrebbero recuperare risorse tenendo conto che sono un enorme centro di costo per il Paese».


14 settembre 2013