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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2013 alle ore 18:14.

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Nella foto l'Aula della Camera dei DeputatiNella foto l'Aula della Camera dei Deputati

I direttori

Una novità, per le testate più grandi, è stata invece pensata per rendere effettivo il «controllo» da parte dei direttori, ai quali è in genere umanamente impossibile verificare tutto ciò che viene pubblicato da gruppi sempre più articolati e multimediali. Proprio per questi casi, si introduce la possibilità per il direttore di individuare uno o più delegati al controllo, che ovviamente devono accettare di sobbarcarsi questa responsabilità. Questa nuova regola è potenzialmente assai importanti, visto che tutti i casi recenti di condanne penali a carico di direttori sono avvenute per «omesso controllo».

Fuori dai giornali

Le novità riguardano anche i non giornalisti perchè intervengono anche sulla diffamazione generica, di cui si rende responsabile «chiunque parlando con più persone offende l'altrui reputazione». Anche per questo reato, sparisce il carcere (era prevista la reclusione fino a un anno) ma aumentano le multe, che abbandonano il vecchio tetto di 1.032 euro per oscillare in un range da 3mila a 10mila euro. Se l'offesa si esprime con l'attribuzione di un fatto determinato si arriva a 15mila euro (con le regole attuali la multa era di 2.065 euro) e, se l'autore dell'offesa utilizza «un qualsiasi mezzo di pubblicità», il conto è aumentato della metà. Si inasprisce drasticamente anche la sanzione per l'ingiuria, cioè l'offesa a una persona presente, che vede l'importo massimo salire da 516 a 5mila euro.

I tempi

Il principale problema applicativo è legato ai tempi che il disegno di legge impiegherà per arrivare all'approvazione definitiva. Il suo arrivo in Aula alla Camera avviene già con un ritardo rispetto al calendario previsto, complice anche la pausa estiva, dopo di che il testo dovrà andare a Palazzo Madama, facendosi largo tra i temi caldi del momento (decadenza di Berlusconi prima di tutto), l'ingorgo dei decreti da convertire e la sessione di bilancio. Un sentiero non facile, che senza dubbio impedirà al provvedimento di intervenire sui casi in corso: se la vicenda Sallusti si è chiusa con la grazia, le due condanne in primo grado a carico di Giorgio Mulé avranno senza dubbio bisogno del ricorso in appello per essere sospese.

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