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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2013 alle ore 08:42.

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Nemmeno un'ora prima, dal palco, Renzi aveva lanciato la sua stilettata al premier Enrico Letta: «Anche Letta, a cui va il mio appoggio totale deve sapere che compito del governo è farsi carico delle cose, perciò dare la colpa alla instabilità politica se abbiamo sforato il 3 per cento è ingiusto». Parole che certo non sono piaciute al premier e che hanno fatto infuriare i suoi, da Marco Meloni fino a Francesco Boccia, pure vicino al sindaco di Firenze. Sono in molti, vedendo poi l'impuntatura del lettiano Dal Moro, a fare due più due. Il giovane turco Matteo Orfini, che appoggia la candidatura di Gianni Cuperlo, lo dice chiaro: «Non si è lavorato per far venire la gente in assemblea. Questa è opera dell'asse Letta-Franceschini-Bersani per far slittare le primarie e mettere in sicurezza il governo». A tranquillizare gli animi ci prova alla fine lo stesso segretario Guglielmo Epifani: «Oggi si è votata l'approvazione delle regole, resta il congresso l'8 dicembre». Ma è Bersani a far notare che senza le modifiche allo statuto, tese tra l'altro proprio a snellire le procedure, mantenere la data dell'8 dicembre è scommessa hard: «Si può lavorare anche di notte...».
Lui, Renzi, va via senza commentare. Sulla carta porta a casa, oltre alla data e a regole non ostili, anche il mantenimento del principio che il segretario è il candidato premier. Però il timore che si tratti di una manovra in extremis per rimandare tutto c'è. «Certo abbiamo fatto un brutta figura, tutto il Pd», si sfoga il sindaco con i suoi. E i sospetti sono tutti sull'entourage del premier: «Siamo d'accordo con Orfini – dicono i collaboratori di Renzi –. Gli uomini di Letta hanno lavorato per due giorni per far saltare il congresso. Ma data e regole sono state votate».
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I NODI
Primarie aperte
L'assemblea del Partito democratico, chiamata ad avviare il percorso verso il congresso, doveva stabilire la data delle primarie per indicare il nuovo segretario e le regole delle assise
Ad essere approvate (con 378 voti favorevoli su 476 voti, circa l'80%) sono state solo le proposte (frutto di un faticoso compromesso raggiunto nella notte) della commissione congresso sulle regole: le primarie si terranno l'8 dicembre e saranno aperte a tutti gli elettori (non ci sarà bisogno di alcuna pre-iscrizione)
Segretario-premier
Non è stato trovato invece l'accordo sulle modifiche allo Statuto che introducevano una importante novità: la fine dell'automatismo tra segretario e il candidato premier (previsto all'articolo 3)
Rosy Bindi, Enrico Morando (veltroniano) e Pippo Civati si sono opposti alla separazione delle due figure (è anche la posizione di Renzi) e in Assemblea è apparso chiaro che non c'erano i numeri per introdurre la novità: era infatti necessaria la maggioranza qualificata (471 su 560 delegati registrati)

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