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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2013 alle ore 16:20.
L'ultima modifica è del 28 settembre 2013 alle ore 12:10.

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  • Dal Quirinale ok al chiarimento Letta in Cdm e alle Camere

Napolitano sulle carceri: parlamento rifletta su indulto o amnistia
Napolitano segue da vicino l'evoluzione degli eventi. Le Quattro Giornate di Napoli «ci debbono dare convinta fiducia in quel che di qui può ancora venire - nelle critiche circostante attuali e nell'incerto prospettarsi del futuro - alla causa comune dell'Italia e dell'Europa». Così il capo dello Stato, oggi a Napoli, in occasione delle celebrazioni per i 70 anni delle Quattro Giornate del capoluogo partenopeo al Maschio Angioino. Napolitano critica la contrapposizione tra Nord e Sud d'Italia. Napolitano dice «no a campagne elettorali a getto continuo». «L'Italia e il futuro della Repubblica - avverte - poggiano su un riavvicinamento, nella solidarietà e nella coesione, tra le sue regioni e, vorrei dire, tra le sue capitali del Nord e del Sud. «In Italia come d'altronde in Europa - continua - non reggono, oggi meno che mai, le rozze contrapposizioni tra un Nord virtuoso e un Sud ridotto a zavorra, a palla di piombo al piede della comunità nazionale e di quella europea». Il presidente della Repubblica, nel suo intervento durante la visita al carcere di Poggioreale, affronta il nodo carceri e ricorda che «è pronto il mio messaggio al Parlamento sulla situazione delle carceri. Per trasmetterlo - spiega - aspetto soltanto un momento di maggiore serenità e attenzione politica perchè mi auguro venga letto e meditato». quindi un appello: «Pongo al Parlamento un interrogativo: se esso ritenga di prendere in considerazione la necessità di un provvedimento di clemenza, di indulto e di amnistia. La Ue ci impone una risposta al sovraffollamento delle carceri».

Nota del Colle: nessuna telefonata tra Napolitano e Berlusconi
Il Quirinale smentisce che Napolitano abbia sentito al telefono Berlusconi. «Alcuni giornali - si legge in una nota del Colle - hanno riferito che il Presidente della Repubblica avrebbe cercato al telefono il senatore Berlusconi, il quale avrebbe preferito non rispondere. Si smentisce nel modo più assoluto questa notizia del tutto inventata di sana pianta».

Nuovo braccio di ferro Pd-Pdl sul giorno della verifica
La stabilità dell'Esecutivo di larghe intese rimane il nodo politico. Nuovo muro contro muro tra Pd e Pdl sulla data della verifica, con richiesta di fiducia, in parlamento. Il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani chiede a Letta di stringere i tempi per evitare l'aumento dell'Iva che, salvo interventi all'ultimo, scatterà martedì. Schifani ricorda che il premier si è assunto la «gravissima responsabilità» di non decidere su provvedimenti per evitare l'aumento dell'Iva. E sollecita a questo punto che già lunedì si voti la fiducia, e in caso positivo si adotti subito il provvedimento di blocco dell'Iva. Quanto al nodo giustizia, nell'ambito della verifica, secondo Schifani va evitata la procedura di infrazione della Ue sulla responsabilità civile dei magistrati. Immediata la replica del presidente del gruppo Pd al Senato Luigi Zanda: «Le accelerazioni di mezza giornata sono strumentali e mostrano la volontà di eludere le ferite istituzionali e perfino costituzionali che sono state inferte dalle dimissioni dei deputati e senatori del Pdl, peraltro sottoscritte mentre Letta era all'Onu per promuovere la credibilità dell'Italia». Per Zanda la giornata della verifica sarà martedì. La capogruppo al Senato è convocata per il pomeriggio di lunedì.

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