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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2013 alle ore 14:08.

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Già molte Regioni, del resto, hanno messo questi dati a disposizione dei propri assistiti: in Toscana ad esempio, che ha ottenuto i risultati migliori nel complesso per il 2012, sia pure con qualche neo, gli esiti sono già on line e consultabili da tutti i cittadini dal sito della Regione. «Intendiamo intervenire immediatamente e con decisione sulle criticità più gravi, che già da tempo abbiamo sottoposto a monitoraggio - ha commentato l'assessore della Toscana Luigi Marroni -. E a tutto il sistema continueremo a dare obiettivi di miglioramento, utilizzando anche i risultati del Programma nazionale esiti».

I risultati nelle strutture
Nelle case di cura private e, in assoluto, nel Sud, i parti sono quasi tutti cesarei: alla Casa di cura Villa Cinzia di Napoli finiscono sotto i ferri il 93,61% delle donne e così ai primi posti ci sono (con percentuali oltre l'80%) quasi tutte strutture campane assieme (al terzo posto) alla casa di cura Mater Dei di Roma che di cesarei ne fa circa l'88%. Ma c'è da dire che le case di cura sono quelle che le donne scelgono soprattutto proprio in caso di cesareo. E il dato è confermato sul versante opposto dalle strutture dove i cesarei si evitano con più attenzione: all'ospedale di Palmanova (Udine) di cesarei se ne fanno appena il 4,64% e ai primi posti ci sono anche strutture lombarde, emiliano romagnole e toscane dove non si raggiunge nemmeno l'8% di parti in sala operatoria
Un altro indicatore ritenuto molto importante, soprattutto nella popolazione anziana (che se si va oltre rischia anche la vita), è ad esempio quello degli interventi chirurgici al femore eseguiti entro due giorni dall'evento traumatico. Anche in questo caso le percentuali più elevate sono quasi tutte al Nord, con Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, ma anche il Lazio ai primi posti con percentuali superiori all'85%. Al contrario, in Campania e Puglia si registrano i risultati peggiori con percentuali di interventi entro i due giorni tutti minori del 3 per cento.

Altro indicatore che qualifica le performance degli ospedali e che è in miglioramento rispetto agli anni scorsi è la «proporzione di colecistectomie laparoscopiche», l'asportazione della colecisti, cioè, con un intervento praticamente non invasivo come l'operazione classica. In questo caso le percentuali maggiori, tutte al di sopra del 97%, sono "miste" e tra le prime in classifica ci sono strutture di Toscana, Emilia Romagna, ma anche di Campania e Puglia, mentre all'opposto (con percentuali quasi tutte intorno al 70% però, non bassissime quindi) ci sono strutture di Sicilia e Puglia, ma anche di Emilia Romagna e Lazio.

Numerosi gli indici di mortalità. Il più classico e consolidato è quello a 30 giorni dopo bypass aortocoronarico. I risultati migliori sono tutti al Nord e nel Lazio e tutti con percentuali inferiori all'1% (la media italiana è del 2,49%) mentre quelli peggiori sono quasi tutti al Sud (uno è in Lombardia), con percentuali comunque. tranne in due casi, inferiori al 10 per cento.

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