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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2013 alle ore 14:16.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2013 alle ore 19:41.

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Il no del Comune di Pomezia
In mattinata era giunto il no del sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, circa l'ipotesi di una tumulazione dell'ex ufficiale nazista nel cimitero militare tedesco ponentino. «I crimini del regime nazista - ha detto Fucci - sono un segno indelebile della nostra storia. E chi li ha commessi deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accoglierà mai uno di loro».

Il Vicariato di Roma: preghiera solo in forma privata
Anche il Vicariato di Roma è intervenuto sulla richiesta di funerale a Priebke con una nota in cui ha precisato che le esequie sono state chieste sabato non dai familiari, ma da una persona vicina all'avvocato del defunto, e che questi ha rifiutato le esequie in forma privata. «Nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite dall'Ordinario». È quanto stabilisce il Vicariato di Roma in relazione alla richiesta di funerali di Erich Priebke.

«L'autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio, finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose, dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioé nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della Chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta. La proposta è stata rifiutata dall'avvocato del signor Priebke».

Il figlio Jorge non sarà ai funerali: non ho i soldi per il biglietto
«L'ultima volta che ho sentito mio padre è stato una quindicina di giorni fa. Non era malato, stava bene»: lo afferma all'ANSA da Bariloche il figlio di Erich Priebke, Jorge, precisando che non andrà ai funerali del padre. «Siamo molto tristi, anche se ora sto un po' meglio. A chiamare eravamo sempre noi, lui non poteva fare telefonate internazionali. L'ultima volta che l'ho sentito abbiamo parlato un minuto, non di più, come facevamo sempre. Mi raccontava poco, che aveva qualche visita, che stava bene... Mi aveva detto "alla prossima". Poi non ha più risposto, né ha voluto sapere niente di nessuno. Credo si sia lasciato andare», racconta Jorge, raggiunto telefonicamente a Bariloche. Alla domanda se intenda partecipare ai funerali del padre, Jorge Priebke afferma: «A parte il fatto che ho dei problemi fisici, non abbiamo i soldi per il biglietto. In Argentina - precisa - prendo la pensione minima e ho una macchina vecchia di 35 anni».

«Quando c'è stata l'estradizione in Italia di mio padre, qui tutti si sono lavati le mani, come Ponzio Pilato», afferma ancora, riferendosi alla reazione della comunità tedesca locale e della Germania nei confronti dei familiari di Priebke a Bariloche.


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