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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2013 alle ore 06:40.

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Azioni e obbligazioni su due binari. Se ieri le Borse hanno sofferto così non è stato per i bond dell'Eurozona che hanno vissuto un'altra giornata all'insegna del "Toro". Su tutti il balzo dei prezzi dei Bonos spagnoli (con conseguente riduzione dei rendimenti che si muovono in direzione opposta). Il tasso del decennale di Madrid è sceso dal 4,21% della vigilia al 4,12%. In leggero calo anche i tassi del corrispettivo BTp che hanno ceduto un punto base al 4,11%. La Spagna, quindi, si è riavvicinata nuovamente all'Italia in questo infinito testa a testa sulla solidità del debito. Adesso lo spread tra Italia e Germania è a 235 (in giornata ha toccato 231, il livello più basso degli ultimi due anni) mentre quello tra Madrid e Berlino è a 236. Hanno inciso le dichiarazioni del Banco de Espana sull'andamento del Pil nel terzo trimestre: +0,1%, in rialzo dopo nove cali consecutivi (approfondimento a pagina 22). «Il fatto che la Spagna non sia più in recessione significa che sarà più semplice ridurre il deficit», spiega Alessandro Giansanti, strategist di Ing. Le ultime 24 ore hanno premiato però tutti i bond europei, dai periferici a quelli "core". Il tasso dei decennali della Grecia è sceso dall'8,83% all'8,65%, segnando un calo del 2%. Più consistente la discesa (-2,7%) dei rendimenti del Bund tedesco scivolato all'1,76%. Il movimento favorevole sui governativi è stato favorito anche dalle notizie sulla vigilanza unica bancaria europea (partirà nel 2014) in base alla quale «l'esposizione delle banche in titoli sovrani continuerà ad essere trattata a rischio zero», spiega Christoph Rieger, head of fixed-rate strategy di Commerzbank. Per quanto paradossale - implica che bond grecu in portafoglio vengano considerati meno rischiosi di quelli di una solida azienda - era scontata dai mercati. Ma senza questa "regola d'oro" i bond correrebbero il rischio di una violenta ondata "Orso". Detto ciò, il market mover di giornata per i titoli di Stato resta l'onda lunga del dato sul lavoro (peggiore delle attese) negli Usa pubblicato martedì. I mercati hanno rispolverato il detto «bad news is good news», dato che a queste condizioni l'avvio del tapering (piano di riduzione degli stimoli monetari) potrebbe slittare anche al secondo trimestre del 2014. E questo, nelle sale operative, viene considerato alla stregua di una quarta ondata di quantitative easing.
@vitolops
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