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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 14:40.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2013 alle ore 17:09.

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Cuperlo: mai più al voto con queste regole
«Mai più al voto con queste regole, abbiamo preso un impegno quasi di ordine morale con gli elettori», ha sottolineato Gianni Cuperlo (Pd), aggiungendo però di non essere d'accordo con un modello presidenzialistico e di vedere piuttosto con favore un sistema con un possibile secondo turno di coalizione. Due devono essere gli obiettivi: «restituire ai cittadini la possibilità di scegliere e garantire la governabilità». Cuperlo pensa a un modello a doppio turno. «Un primo di tipo proporzionale, con una soglia di sbarramento al 5%, e un secondo in cui si scontrano due schieramenti e con un premio di maggioranza ragionevole potrebbe rispondere alle esigenze che abbiamo».

Alemanno pronto a firmare la proposta D'Alimonte
L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno si è detto pronto a firmare la proposta D'Alimonte. «La legge elettorale dei sindaci è un modello di legge elettorale che funziona, é a portata di mano, ci sono le preferenze, c'è la possibilità della rappresentanza delle diverse forze e c'è un meccanismo di premio di maggioranza per cui se non si supera il 50% dopo il primo turno si va al ballottaggio: è l'unica legge possibile, perché continuiamo a girarci attorno?», ha detto a Omnibus Gianni Alemanno, ex Pdl, ora Prima l'Italia. Alemanno invita poi esponenti del centrodestra e del centrosinistra a unire le forze: «Se Roberto D'Alimonte lanciasse un appello, perché è lui il promotore del cambiamento, io sarei pronto a sottoscriverlo - dice Alemanno - bisogna mettere insieme le persone di centrodestra e di centrosinistra che capiscono che l'unica legge elettorale che si può perseguire in Italia è quella del sindaco d'Italia con le mediazioni di D'Alimonte».

Convergenze e questioni aperte
La commissione Affari costituzionali del Senato lavora a un impianto proporzionale della riforma della legge elettorale. E su alcuni punti si è giunti a una convergenza. Per la Camera dei deputati il 20% dei seggi sarà ripartito con metodo proporzionale senza voto di preferenza su liste circoscrizionali di candidati, con alternanza di genere, nelle 26 circoscrizioni attuali. L'80% dei seggi sarà ripartita, sempre secondo questa bozza di accordo, con metodo proporzionale su base circoscrizionale, su liste di candidati in colleghi plurinominali collegate reciprocamente con liste circoscrizionali. Per quanto riguarda il Senato ogni Regione, salvo la Valle d'Aosta, il Molise e il Trentino Alto Adige, sarebbe suddivisa in colleghi plurinominali: nelle liste i candidati dello stesso sesso non possono eccedere il 65%, ovvero i due terzi. Fre le questioni aperte il caso di mancata attribuzione del premio: c'è chi vorrebbe un secondo turno tra le due liste o coalizioni che hanno ottenuto il maggior numero di voti ( ipotesi della relatrice Doris Lo Moro) e chi punta, come l'altro relatore Donato Bruno del Pdl, a un incremento di seggi alla lista o coalizione che ha ottenuto almeno il 35% dei voti.

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