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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2013 alle ore 08:26.

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Nel frattempo il gip ha impedito il sequestro ai danni di Jp Morgan per 200 milioni, che secondo i pm avrebbe incassato impropriamente canoni di usufrutto da Mps. Il coinvolgimento della banca americana è dunque in evoluzione. Sul dossier Antonveneta, a marzo 2014 ci sarà l'udienza preliminare.
Secondo filone di inchiesta: i prodotti strutturati sottoscritti con Nomura e Deutsche Bank, "Alexandria" e "Santorini", che, secondo la procura, avrebbero causato a Mps 700 milioni di perdite in bilancio. Gli attuali vertici di Mps hanno intrapreso un'azione di responsabilità nel tribunale delle imprese di Firenze, chiedendo un risarcimento danni. E nel frattempo Nomura ha avviato una sorta di contro-azione a Londra, dove è iniziato un contenzioso di tipo civilistico per chiarire la natura del contratto e la sua legittimità.
Dal punto di vista della procura di Siena, la vicenda ruota intorno a due accuse: Nomura è considerata colpevole di usura e truffa per aver imposto il derivato "Alexandria"; gli ex vertici di Mps sono invece ritenuti colpevoli nuovamente di ostacolo alla vigilanza, per non aver chiarito a Bankitalia che il prodotto finanziario serviva a coprire il buco in bilancio di precedenti derivati.
Cosa rimane di queste due accuse? Ancora la questione è in fieri. L'impianto contro Nomura (o meglio, contro il responsabile legale europeo Sadeq Sayeed) rimane, ma intanto il sequestro preventivo da 1,8 miliardi ai danni della banca giapponese, richiesto dai pm è stato bloccato sia dal gip che dal tribunale del Riesame; ora dovrà esprimersi anche la Cassazione. Per quanto riguarda l'ostacolo alla vigilanza ai danni di Bankitalia, è già in corso un processo con rito immediato, che vede imputati Mussari, Vigni e l'ex responsabile finanziario Gianluca Baldassarri. Su Deutsche Bank invece i pm stanno andando più cauti. Non c'è ancora una conclusione sui reati commessi, e a quanto pare i procuratori sembrano intenzionati a cancellare il reato di usura, che già con Nomura ha avuto poca fortuna, lasciando in piedi solo la truffa.
Infine, all'interno del filone sui derivati, c'è un "sotto-dossier" sui manager infedeli e la cosiddetta banda del 5 percento. Gli indagati sono almeno sette. L'accusa è di associazione a delinquere, per aver fatto le creste sulle operazioni finanziarie. Il supposto "capo" era lo stesso Baldassarri, ma il gruppo vede coinvolti sia altri funzionari bancari che broker esterni. Baldassarri intanto, incarcerato preventivamente nella vicenda dell'ostacolo alla vigilanza, è stato scarcerato dopo 6 mesi dalla Cassazione.
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I filoni d'inchiesta
Gianluca Baldassarri L'ex responsabile finanziario
Nel filone su derivati, Baldassarri è indagato sia per ostacolo alla vigilanza, sia come presunto capo della «banda del 5%»
Giuseppe Mussari L'ex presidente di Mps
Le indagini sull'acquisizione Antonveneta sono ormai chiuse: per Mussari e altri 6 indagati è stato chiesto il rinvio a giudizio

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