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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2013 alle ore 17:20.
L'ultima modifica è del 06 novembre 2013 alle ore 17:21.

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L'Erasmus compie 25 anni. E si moltiplica: Bruxelles dice sì a Erasmus+, edizione "aggiornata" ed estesa del programma che coinvolge ogni anno più di 230mila studenti. La commissione Cultura del Parlamento Europeo ha ufficializzato oggi un accordo con il Consiglio Ue per lo stanziamento di 14 miliardi di euro tra 2014 e 2020. Il 40% in più della cifra erogata tra 2007 e 2013.

Il programma, al via dal primo gennaio 2014, promuoverà la mobilità di 5 milioni di giovani e giovanissimi tra i 13 e i 30 anni. Il doppio rispetto a quelli volati finora tra Londra, Madrid o Berlino grazie ai programmi e sottoprogrammi già attivi. L'obiettivo è un pacchetto unico, comprensivo dei «precedenti meccanismi europei incentrati sull'educazione, la formazione, la gioventù e lo sport». In Erasmus+ confluiranno il Lifelong Learning Program (che include lo stesso Erasmus), Youth in action e cinque piani di cooperazione internazionale.

Età media prevista? Meno di 25 anni. A conferma di una "voglia di Europa" che attecchisce soprattutto al sud: in Spagna e Italia, l'Erasmus tradizionale è considerato il trampolino più accessibile (ed economico) per un'esperienza fuori dai confini nazionali. Due le novità principali: stage all'estero per under 30 non iscritti all'università e prestiti per la partecipazione a master. La somma a disposizione va dai 12 mila euro per un anno ai 18 mila euro per due anni.

Le mete previste includono tutti i paesi Ue più Islanda, Turchia, Macedonia, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Il periodo di soggiorno va dai 3 ai 12 mesi per gli studenti, dai 2 ai 12 mesi per le traineeship (stage/tirocini/programmi di apprendistato) e dai 2 giorni ai 2 mesi per il personale docente, con il vincolo di almeno 8 ore di didattica nell'ateneo e/o azienda di scambio.


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