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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 10:39.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2013 alle ore 11:14.

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L'Istituzione Centro Previsioni e Segnalazioni Maree, che già da giorni aveva indicato una previsione sui 120 cm per questa mattina, ieri alle 10.30 con un sms inviato agli oltre 50 mila iscritti al servizio, aveva previsto per oggi alle 10.30 una punta massima di marea di 125 cm. Questa mattina alle 7.18 il Centro Maree ha emesso una previsione ancora sui 125 cm, e ha quindi azionato le sirene di allertamento con il segnale sonoro di terzo livello (prudenziale); ha quindi aggiornato mediamente ogni 20 minuti su twitter i livelli di marea alla Salute e a Chioggia. Per domani, mercoledì 20 novembre, è previsto il ripetersi del fenomeno con una previsione massima di 125 cm alle ore 11.00. Il Centro Maree ricorda che un'alta marea di 125 cm comporta l'allagamento di una superficie del 37 per cento della viabilità pedonale della citta', con un livello variante da pochi millimetri a una media sui 45 cm in Piazza San Marco, l'area piu' bassa della città.

I metereologi: Italia sotto scacco per tutta la settimana

Secondo i metereologi di 3bmeteo, rimarrà «alta l'allerta meteo nelle prossime ore per rischio locali nubifragi o forti temporali al Centro-sud. Questo tipo di vortici è tra i peggiori che possano capitare all'Italia, già di per sé intensi, ma ulteriormente esasperati dalla presenza delle ancor tiepide acque del Mediterraneo». Il ciclone, nelle previsioni del pool di esperti, «terrà sotto scacco l'Italia per tutta la settimana, muovendosi come una sorta di trottola dapprima dal Tirreno verso l'Adriatico, poi tornando indietro e passando per il Nord Italia. Piogge e temporali sono così attesi nei prossimi giorni un po' su tutti i settori, pur alternati a qualche pausa asciutta e soleggiata, mentre sulle Alpi nevicherà mediamente oltre i 1100-1500 metri».

«Da giovedì arriva anche un po' di freddo - conclude Ferrara - che riporterà la neve pure sull'Appennino, sin verso i 1000-1500m su quello centro-settentrionale e verso i 1300-1800m su quello meridionale. Fiocchi sotto i 1000m al Nord, anche in collina al Nordovest. L'alta pressione potrebbe latitare a lungo dall'Italia, causando tempo spesso piovoso almeno sino a fine mese».

Il Consiglio Nazionale dei geologi: in Italia più di 6 milioni di abitanti esposti alle alluvioni

«In Italia sono 6.153.860 gli abitanti esposti alle alluvioni. Il probabile aumento delle temperature potrebbe portare in Europa a inondazioni più frequenti ed intense. Ma quello che sta accadendo non é solo per colpa dei cambiamenti climatici. A fine agosto noi geologi avevamo già detto dei rischi e della fragilità del territorio ». Lo ha detto Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi a proposito della forte ondata di maltempo che ha colpito la Sardegna.

«Qualora non fossero ancora chiari i termini del dissesto idrogeologico i geologi hanno il dovere morale di non abbassare la guardia, ricordando al Paese che la popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860, come evidenzia ancora l'Annuario Ispra».

L'urbanizzazione «sfrenata» ha eroso 160 chilometri di litorale

«Anche se le proiezioni quantitative per la frequenza e l'intensità delle inondazioni sono ancora incerte - ha aggiunto Graziano - l'Agenzia europea sostiene che sia probabile che l'aumento delle temperature in Europa porterà a inondazioni più frequenti e intense in molte regioni, a causa del previsto aumento dell'intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi». Per Graziano, la colpa «non è solo colpa dei cambiamenti climatici, perché ad esempio, l'urbanizzazione sfrenata, ha eroso dal 1985 ad oggi ben 160 chilometri di litorale. I numeri recentemente pubblicati nell'Annuario dei Dati ambientali 2012 dell'Ispra parlano chiaro: se in Italia per oltre 50 anni si sono consumati in media 7 metri quadrati al secondo di suolo, oggi se ne consumano addirittura 8 metri quadrati al secondo».

«Significa che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli - sottolinea Graziano -. E ogni anno una pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e di Firenze. Per non parlare degli incendi , il 72% dei quali risulta essere di natura dolosa, il 14% di natura colposa e il restante 14% di natura dubbia». Da tempo i geologi chiedono «l'istituzione di una commissione che possa affrontare tali problematiche così come fece la Commissione De Marchi».

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