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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 07:56.
L'ultima modifica è del 03 novembre 2014 alle ore 21:18.

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Roma. Parte il processo sulla loggia massonica P3, ma non per gli imputati doc: l'allora coordinatore del Popolo della libertà e attuale senatore, Denis Verdini, e gli ex parlamentari del Pdl, Marcello Dell'Utri e Nicola Cosentino. La loro posizione è stata stralciata e rinviata all'udienza del 3 dicembre, nell'attesa che il Parlamento decida sulla richiesta di autorizzazione all'uso delle intercettazioni.

In 17, tra i quali l'uomo d'affari Flavio Carboni, il giudice tributario Pasquale Lombardi, l'allora primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, e l'ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, sfileranno il 9 aprile prossimo davanti al Tribunale di Roma, per gli illeciti legati all'eolico e alla bonifica di alcune zone inquinate della Sardegna.
Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo e secondo le singole posizioni, la violazione della legge Anselmi sulle organizzazioni segrete, l'associazione per delinquere, la corruzione, l'abuso d'ufficio, l'illecito finanziamento ai partiti e la diffamazione. Secondo l'accusa del pubblico ministero Mario Palazzi, suffragato dai riscontri della Guardia di finanza, l'ipotizzata organizzazione avrebbe «sviluppato una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura, della politica e dell'imprenditoria». Così, sono emerse anche le supposte pressioni per «influenzare la decisione della Corte costituzionale nel giudizio di legittimità del lodo Alfano (disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato, ndr) o gli interventi su magistrati della Cassazione», allo scopo di avere «conclusioni favorevoli» nel giudizio tributario relativo alla Mondadori.

Ma non solo, perché pressioni sarebbero state compiute anche sull'allora vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, oltre che «sui componenti del Csm», per pilotare incarichi direttivi come i ruoli di «presidente della Corte d'Appello di Milano e di Salerno» e «procuratore della Repubblica di Isernia e Nocera inferiore».
Per Denis Verdini, Marcello Dell'Utri e Nicola Cosentino udienza rinviata al 3 dicembre, data in cui potrebbe essere presa una decisione sull'eventuale rinvio a giudizio anche senza l'uso delle intercettazioni. Il Parlamento, infatti, non ha ancora deciso sull'utilizzabilità delle telefonate per Verdini e Dell'Utri, mentre per Consentino è stata concessa, ma deve essere discussa in Aula.

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