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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 06:38.

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Secondo la relazione tecnica al provvedimento, tra chi ha bussato alla porta del "riccometro", che per sua natura è utilizzato soprattutto dalle fasce di reddito medie e basse, i proprietari di casa sono il 49%, mentre il 19% è titolare di un contratto di affitto registrato: per questi ultimi, una nuova detrazione (nata anche per stimolare il "contrasto di interessi" nell'emersione degli affitti in nero) offre limature importanti nell'indicatore. Anche il patrimonio mobiliare peserà di più, perché la vecchia franchigia da 15.494 euro viene sostituita da una nuova soglia da 10mila euro, che sale di mille euro per ogni figlio dal terzo in poi.
Gli effetti concreti di queste innovazioni dipendono in larga parte dagli enti territoriali, a partire dai Comuni che sono i primi utilizzatori dell'Isee per misurare le tariffe dei servizi di welfare locale e che alla luce delle nuove regole possono rideterminare le varie fasce di esenzione e le soglie di accesso.
Un'importante voce in capitolo è poi attribuita alle Regioni, che dopo il lungo confronto con il Governo si vedono attribuire la possibilità di introdurre «criteri ulteriori di selezione» da rivolgere a specifiche platee di destinatari dei diversi servizi.
Proprio per venire incontro alle richieste di alcuni governi regionali, comunque, già nel testo base il lavoro dei tecnici ha portato numerose novità, rivolte in particolare, come si accennava, alle famiglie numerose. La detrazione da 7mila euro per chi abita in affitto con canone di locazione registrato, per esempio, nell'ultima versione del testo è accompagnata da una detrazione aggiuntiva da 500 euro per ogni figlio convivente a partire dal terzo. Nel decreto definitivo, inoltre, aumentano di 500 euro le franchigie (cioè le somme escluse dal calcolo dell'indicatore) per le persone con disabilità, che oscillano di conseguenza fra i 4mila euro per le persone con disabilità media (5.500 euro se minorenni) a 7mila euro per i non autosufficienti (9.500 euro i minorenni).
gianni.trovati@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In sintesi
L'Isee
È l'«indicatore della situazione economica equivalente», e serve a misurare il benessere della famiglia per modulare l'accesso e le tariffe dei servizi di welfare
Le componenti
L'indicatore, per offrire una fotografia complessiva della situazione famigliare, unisce reddito e patrimonio. In generale, il reddito è considerato integralmente (e nel nuovo Isee aumentano le voci calcolate), mentre il patrimonio viene calcolato al 20 per cento
L'utilizzo
L'indicatore è impiegato per disciplinare l'accesso a un'amplissima gamma di servizi di welfare, sia a livello nazionale (per esempio nell'assegno di maternità) sia quelli erogati dalle amministrazioni locali (assistenza domiciliare, asili nido, mense, libri, trasporti scolastici). Nel Fisco, l'Isee fa la sua comparsa, per esempio, nel regolare i piani di rateazione con Equitalia. Nell'università, l'Isee viene utilizzato per la determinazione dei contributi studenteschi
Il ruolo delle Regioni
Le Regioni possono introdurre criteri ulteriori e gli enti locali devono definire le soglie di accesso ai servizi gratuiti.

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