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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2013 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 10 dicembre 2013 alle ore 14:38.

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La percezione dei pazienti
A tutto questo il Rapporto aggiunge che circa il 50% degli stessi care-giver riconosce come si sia ridotta negli ultimi dodici mesi la copertura pubblica dei servizi sanitari e socioassistenziali oppure si sia dovuti ricorrere ad altri servizi a pagamento come per l'appunto le prestazioni intramoenia negli ospedali pubblici, oppure le prestazioni presso strutture private (tra il 9,1% e l'11,4% degli intervistati), con un evidente peggioramento nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. «Si è in presenza - sottolinea il Rapporto - in questo caso di una lenta erosione del servizio pubblico nei fatti, frutto di un «processo di rimbalzo», in base al quale si finisce col trasferire gli impegni e gli oneri derivanti dalla riduzione e/o dall'efficientamento delle strutture pubbliche sulle spalle dell'utente: e ciò avviene come diretta conseguenza della difficoltà di incidere in maniera significativa sulle inefficienze presenti nel sistema pubblico (sul piano delle stesse strutture, dell'organizzazione, del personale, dei servizi acquistati all'esterno)».

Il rapporto pubblico-privato
Due sono gli elementi di "disagio" illustrati nel Rapporto 2013. Il primo riguarda una situazione di "sottotariffazione" delle prestazioni fornite dalle strutture private accreditate. L'entità del fenomeno è stata stimata – attraverso una simulazione ad hoc – tra il 15% e il 20% con un confronto "alla pari" con quanto ricevono le aziende ospedaliere pubbliche. Senza contare, sottolinea l'Aiop, l'applicazione di "tetti", di regressioni tariffarie o di ritardo nei pagamenti da parte dei Sistemi sanitari regionali. E il rapporto ha verificato anche cosa potrebbe portare un sistema più equo di ripartizione della spesa attraverso la riduzione del tasso di inefficienza implicita. Anche assumendo una riduzione parziale di questa inefficienza (secondo due ipotesi: riduzione del 50% oppure del 33% rispetto a oggi) il rapporto spiega che si potrebbe in teoria riassorbire il recupero della sottotariffazione da parte delle strutture private accreditate, con risparmio di spesa ospedaliera complessiva tra il 4,6% e il 9,0%. Il secondo elemento di disagio riguarda le modalità "inadeguate" di rendicontazione degli ospedali pubblici che rendono ancora oggi impossibile effettuare confronti e misurazione dei risultati al loro interno e tra queste e le strutture private accreditate.

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