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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2013 alle ore 06:44.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:12.

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Mikhail Khodorkovskij venne arrestato nell'ottobre 2003 a bordo del proprio aereo, in Siberia. La sua compagnia venne smembrata, l'oligarca condannato a nove anni nel 2005 per appropriazione indebita ed evasione fiscale. A confermare i sospetti di un accanimento politico nei suoi confronti, l'apertura di un secondo procedimento si concluse a fine 2010 con un'altra condanna per frode ai danni della stessa Yukos, a cui Khodorkovskij avrebbe sottratto 350 milioni di tonnellate di petrolio. Oltre che dai processi, la sua sorte veniva scandita proprio dalle maratone annuali televisive di Putin, che regolarmente gelava sprezzante ogni speranza: «Un ladro deve stare in prigione», disse in quella del 2010, citando un famoso film dei tempi sovietici.

Ieri invece il presidente russo ha escluso un terzo procedimento contro l'oligarca, possibilità evocata spesso a Mosca. Considerando una riduzione di pena concessa a Khodorkovskij e al suo socio Platon Lebedev, le porte del carcere avrebbero potuto aprirsi il prossimo agosto. Putin ha giocato d'anticipo, e ha giocato di sorpresa perché pochi avrebbero scommesso sulla liberazione di Khodorkovskij, personaggio troppo scomodo per il presidente da uomo libero, rivale pericoloso. Almeno così si pensava. «Credete alle parole di Putin?», è stato chiesto al padre di Khodorkovskij, Boris Moiseevich: «Spero sempre - ha risposto - spero che Putin...ora è nel suo interesse. Per le Olimpiadi, per aumentare le proprie quotazioni». «Dio ci dà le prove - aveva detto tempo fa Mikhail Khodorkovskij in un'intervista al «Sole-24 Ore» - nostro compito è superarle».

L'ANNUNCIO
«Dormite tranquilli»
Vladimir Putin ha annunciato l'intenzione di concedere la grazia a Mikhail Khodorkovskij al termine di una lunghissima conferenza stampa in cui ha anche chiarito che la Russia non ha dispiegato missili contro la Ue a Kaliningrad, l'enclave russa stretta tra Polonia e Lituania. Ne aveva parlato il giornale tedesco Bild, citando immagini satellitari e suscitando l'allarme di polacchi e baltici: «Una decisione in merito non è ancora stata presa, dormano pure tranquilli», ha detto Putin.

IL PREZZO DELLA RIBELLIONE
«Ho sfidato Putin»
Mikhail Khodorkovskij - 50 anni - venne arrestato nell'ottobre 2003, a bordo del proprio aereo in Siberia. Se lo aspettava, lui che approfittando delle privatizzazioni selvagge degli anni 90 aveva costruito la più grossa compagnia petrolifera russa - Yukos - ma non aveva ubbidito alla richiesta di Vladimir Putin agli oligarchi: curarsi delle proprie imprese senza interferire con il potere politico.
Le condanne e Yukos
Sul sito www.khodorkovsky.com, scorrono i giorni trascorsi in carcere - 3.708 - e quelli ancora da scontare, 248. Il fondatore di Yukos è stato condannato due volte, per evasione fiscale, riciclaggio e frode ai danni della sua stessa compagnia. Che nel 2005 è stata smembrata e venduta all'asta, per andare a costituire la prima compagnia petrolifera russa, Rosneft.
La svolta
Khodorkovskij ha scontato le sue condanne in una colonia penale a Chita, non lontano dal confine con la Cina, e dal 2011 in Karelia, vicino alla Finlandia. Si è sempre detto contrario a chiedere la grazia, un passo che comporta il riconoscimento di crimini «che non ho compiuto». La condanna sarebbe scaduta nell'agosto 2014. Putin ieri ha escluso un terzo procedimento contro l'ex oligarca.

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