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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2013 alle ore 15:52.
L'ultima modifica è del 29 dicembre 2013 alle ore 14:58.

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Nuovo intervento di Caterina Simonsen stamattina sul profilo Facebook della ragazza malata che è stata insultata nei giorni scorsi da alcuni animalisti per aver difeso la sperimentazione animale in farmacologia. Caterina innanzitutto ringrazia chi è intervenuta in suo favore: «Grazie a chi mi sta difendendo. Anche se più che difese io preferisco le persone razionali che discutono -scrive-, che si informano e si confrontano contro chi ha pareri opposti razionalmente, poi ben vengano le persone che sostengono quello che sostengo io, ancora di più in questo momento dove non riesco ad essere molto presente».

La ragazza si impegna anche in prima persona per smorzare i toni della polemica che, suo malgrado, la vede protagonista: «Mai offendere, mai augurare brutte cose, riflettere prima di scrivere, verificare l'attendibilità delle fonti ecc... Volevo sottolineare che io in primis mi auguro al più presto che ci siano modelli che sostituiscano in toto la SA, che però OGGI sono solo prototipi.... E sicuramente 25 anni fa non esistevano neanche...
Senza voler creare ulteriore polemica, vi invito tutti alla ragione e a non prendere posizione, che possa essere pro così come contro la sperimentazione animale (usiamo i termini giusti, fa parte dell'informazione, la vivisezione, termine che piace tanto, è illegale) per partito preso senza esservi informati prima».

Ieri in serata, a difesa di Caterina era intervenuto anche Matteo Renzi dal suo account Twitter: «Ho visto il suo video e voglio dirlo con tutta la mia forza: #iostoconcaterina».

«Io sono ricoverata perché sto male. Non è il momento per interviste. Poi, comunque, la mia idea l'ho espressa in tre video. Per cui gradirei, almeno per adesso, di non essere disturbata. In questo momento vorrei visite solo di amici veri. Pace e bene, migliori auguri a tutti». Questo l'appello, rivolto soprattutto ai giornalisti, lanciato ieri su Facebook da Caterina Simonsen, la ragazza ricoperta di insulti dopo che aveva fatto notare di essere viva solo grazie alla sperimentazione animale.
Caterina è infatti ricoverata per una serie di gravi patologie. Il suo video appello, fatto alcuni giorni prima di Natale, nel quale spiegava le sue posizioni in favore della sperimentazione animale, hanno scatenato una discussione sul tema.

La giovane, affetta da 4 malattie rare (immunodeficienza primaria, deficit di proteina C e proteina S, deficit di alfa-1 antitripsina, neuropatia dei nervi frenici), abbinate ad un prolattinoma, un tumore ipofisario, e a reflusso gastroefofageo, asma allergica e tiroidite autoimmune, non è una che si perde d'animo facilmente. E soprattutto è abituata ad esporsi. Lo ha già fatto anche contro il metodo Stamina, esprimendosi con un video e dei post su Facebook dai quali erano scaturite accese discussioni. «Io esisto. No a Stamina, sì al metodo scientifico anche se momentaneamente abbiamo bisogno della sperimentazione animale», aveva scritto Caterina sul social network in occasione della raccolta fondi Telethon.

Questa volta invece è entrata nel mirino degli animalisti, e delle frange più becere tra quelle che si battono per il rifiuto dei test di laboratorio sugli animali. Tutto è iniziato quando ha pubblicato su Fb il 21 dicembre una foto che la ritrae con il respiratore sulla bocca e un foglio in mano: «Io, Caterina S. Ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro».

Da lì si è aperta la valanga di insulti e minacce. La studentessa di veterinaria ha contro replicato, postando un altro video, nel quale si ritrae seduta sul proprio letto attorniata da tutte le medicine che è costretta ad assumere quotidianamente per non finire in ospedale. «Metto a nudo la mia realtà - ha spiegato agli animalisti che la attaccavano -, perché voi capiate che l'unica mia "colpa" in tutto ciò sia stata "curarmi" senza uccidere nessuno direttamente».

«Il mio obiettivo - ha spiegato la ragazza - è laurearmi e salvare gli animali. Ma devo dire che ancora oggi la sperimentazione animale in Italia è necessaria e obbligata, fino a che non ci sarà un metodo alternativo valido». «Per quanto riguarda i farmaci, nella fase pre-clinica, cioè prima della sperimentazione sull'uomo - ha proseguito - devono essere sperimentati sugli animali, il che non è una cattiveria, perché anche gli animali hanno a loro volta bisogno di quei farmaci per guarire».

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