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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2013 alle ore 10:17.

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Come previsto, la massima autorità legislativa in Cina ha adottato le mozioni che formalizzano l'abolizione dei campi di lavoro e una netta attenuazione della politica di controllo delle nascite.

Queste due emblematiche riforme erano state promesse e annunciate a metà novembre dalle autorità, al termine di un "conclave" del Comitato centrale del Partito comunista cinese. Sono state approvate con una votazione del comitato permanente dell'Assemblea nazionale popolare (Anp), la camera legislativa per la registrazione delle decisioni del Partito unico, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa ufficiale Xinhua.

Apparso nel 1957, il sistema di rieducazione attraverso il lavoro - o "laojiao" - consente di detenere delle persone su semplice decisione della polizia, fino a quattro anni. Teatro di molteplici abusi, molto impopolare e denunciati dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, questi campi di lavoro erano in particolare utilizzati dalle autorità locali per reprimere le voci di dissenso.

Il comitato permanente dell'Anp ha inoltre adottato una risoluzione «per autorizzare le coppie, in cui uno dei membri è figlio unico, ad avere due figli», sollecitando le autorità provinciali a «modificare le loro normative e a prendere azioni specifiche» di conseguenza.

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