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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2013 alle ore 05:27.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:16.

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La conclusione è che il mercato altro non sembra che un sistema che vive sul rischio, nel quale perciò tutto risponde solo al rischio, compreso il diritto penale. Lo ha ricordato Michel Foucault nei corsi sulla Naissance de la Biopolitique, dove ha precisato che il diritto penale non comprende più l'insieme degli atti puniti dalla legge, bensì ogni azione che fa correre il rischio a un cittadino di essere condannato a una pena, sicché il rischio è che il giudice da «ricercatore del vero», come voleva Beccaria, diventi «nemico del reo». Insomma un diritto che non si rivolge più alla coscienza morale degli individui ma alla capacità di calcolo. Dall'homo oeconomicus all'homo legalis, all'homo penalis e all'homo criminalis diventa il percorso tracciato da Foucault a riprova della deriva giuridica del neoliberismo.
Questa crisi economica è dilagata nella crisi della democrazia, per diventare una crisi totale del diritto. Eppure, secondo Tocqueville, con tutti i suoi difetti, la democrazia nella sua versatilità e adattabilità è l'unica capace di uscire dalle lunghe crisi ed è su questa «Provvidenza democratica», come l'aveva chiamata, che va formulato il viatico per il nuovo anno.
L'evidente e urgente necessità è quella che l'Europa abbandoni la sua politica legata alle disuguaglianze e alle avventure del capitalismo finanziario, dei pareggi di bilancio e delle politiche di austerità e che riprenda la strada della difesa dei diritti fondamentali, rovesciando la priorità da un Leviatano tecno-amministrativo per puntare su un'Unione europea democratica. Si potrà così liberare dai populismi e dai tentativi autocratici che stanno emergendo nei vari Paesi e giungere a un'autentica sovranità democratica europea, non impostata sull'economia e sulla difesa della ricchezza del capitale finanziario a svantaggio dei diritti dei cittadini, come avrebbe voluto il giudice della Corte Suprema americana Louis Brandeis, che un secolo fa ricordava: «Si può avere la democrazia oppure un'enorme ricchezza concentrata nelle mani di pochi, ma non si può avere le due cose insieme».

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