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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2013 alle ore 08:45.

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Mahamoud ride di gusto e confeziona dolci a ritmo frenetico. Sulle tavole di Yalda compare la frutta migliore e dai colori più brillanti: meloni, angurie, melograni, mentre si prepara la tavola con i cibi tipici iraniani, tra cui l'immancabile chelo kebab, il riso bollito con la carne. Il popolo ma anche la piccola e media borghesia borbotta contro l'inflazione ma tutti si sforzano di addobbarsi al meglio: questo era il tempo in cui le madri delle promesse spose cucivano tuniche di lana pesante per i futuri mariti. Adesso Yalda è diventato il giorno delle avventure romantiche, al riparo dalla famiglia e dagli occhi indiscreti dei miliziani basiji, zelanti emissari del Ministero contro il Vizio e la Propagazione della Virtù.
Lontana è Yazd dove migliaia di zoroastriani tengono vivo nel tempio il fuoco eterno acceso da millecinqucento anni. Indossano tuniche bianche, non portano la barba mentre le loro donne vestono abiti color crema ornati da fasce dal rosso intenso. Rappresentano la Persia più antica e i mullah si sono rassegnati a tollerarli. Persino il duro Ahmadinejad, che in giugno ha lasciato il posto di presidente ad Hassan Rohani, aveva dovuto inchinarsi all'usanza di accendere per Yalda e Nowruz i fuochi zoroastriani davanti alle case e nelle vie.
Per salvare la faccia gli ulema sciiti sono corsi ai ripari. Nel giorno di Yalda, che in aramaico significa nascita, il clero ha proclamato il lutto per commemorare il secondo Imam dei Dodici della tradizione sciita. In realtà ha anticipato l'appuntamento di due-tre settimane sul calendario ufficiale nel tentativo di infondere agli incontenibili festeggiamenti il freno della devozione islamica. Con poco successo per la verità. La tv di stato, più pragmatica, in coincidenza con Yalda trasmette nuovi serial destinati a risollevare l'audience. Per sostenere la concorrenza delle tv estere satellitari (le parabole sono proibite ma nascoste ovunque) manda in onda film americani con star come George Clooney e Angelina Jolie: ormai la censura non è un problema, nel senso che con i trucchi dell'elettronica si occultano facilmente le scene più scabrose.
Feste come quella di Yalda dicono sull'Iran più di tanti saggi. Nei libri scolastici adottati dopo la rivoluzione islamica, la storia racconta allo studente che prima dell'avvento di Khomeini il suo passato era avvolto nell'oscurità. Non c'è niente dell'antica Persia di cui un iraniano debba essere troppo orgoglioso. Al punto che l'attuale presidente molti anni fa cambiò il suo vero nome persiano, Fereidoun, tratto dal Libro dei Re, in Rohani che significa religioso.
Ma la propaganda ha commesso un errore di calcolo. Sottolinea Pejman, un giovane ricercatore: «Le nuove generazioni – 50 milioni su 75 hanno meno di 34 anni – non hanno partecipato alla rivoluzione e all'utopia komeninista. E non hanno neppure vissuto la guerra Iran-Iraq. Hanno sviluppato nuovi ideali e modi vita, antiteci alla repressione che si è vista nel 2009 con l'Onda Verde». Se l'ayatollah Khomeini tentò di recidere i legami con il passato persiano per creare lo stato islamico ideale, oggi buona parte dei giovani torna alle radici pre-islamiche, al mito del buon governo di Ciro il Grande o alla filosofia zoroastriana, in un mix in cui entra pure il sufismo e il buddismo. Anche questo è uno dei volti contraddittori del nuovo Iran dove 2.500 anni fa parlò Zarathustra.
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