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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 07:34.
L'ultima modifica è del 08 gennaio 2014 alle ore 13:04.
Le indagini, iniziate nel novembre del 2012, hanno permesso di svelare l'esistenza di un sistema corruttivo, secondo il quale alcuni imprenditori interessati ai lavori per la ricostruzione post terremoto, fornivano illecite dazioni, quantificate in circa 500mila euro, elargite nei confronti di funzionari pubblici quale contropartita per l'aggiudicazione di appalti relativi a lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati dal sisma del 2009 (tra cui Palazzo Carli, sede dell'Università di L'Aquila). È stata altresì accertata l'appropriazione indebita della somma di 1.268 mila euro, da parte di alcuni indagati, relativa al pagamento di taluni dei suddetti lavori. I fatti-reato commessi a L'Aquila, si riferiscono al periodo che va da settembre 2009 a luglio 2011.
Sulla tragedia del terremoto si inseriscono le azioni illecite e continuate di imprenditori e politici, che hanno colto nell'immediato la possibilità di realizzare profitti personali illeciti. Le indagini sono partite dalle indebite condotte di un imprenditore veneto (amministratore di una società per azioni) che, comunque, intendeva procacciare lavori sulla ricostruzione per l'azienda, e che ha trovato la disponibilità corruttiva in alcuni amministratori pubblici aquilani e nei loro sodali, pronti a ricevere tangenti, approfittando della situazione emergenziale.
La reazione del sindaco Massimo Cialente
«È stato un fulmine a ciel sereno, mi sento fortemente tradito». Queste le prime dichiarazioni del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, a commento dell'operazione "Do ut Des" su presunte tangenti in alcuni appalti del post terremoto. «Sono un garantista però l'unica cosa che mi sento di dire - ha aggiunto - chiedo veramente, disperatamente, alla magistratura e all'autorità giudiziaria, piena luce, comunque e dovunque illuminando qualsiasi angolo, qualsiasi luogo di questa amministrazione comunale». «Ciò - ha spiegato il sindaco - perché la cosa drammatica é che qualsiasi ombra sul processo che va dalla prima emergenza fino ad oggi per quanto riguarda il processo della ricostruzione getta un discredito terribile, danneggia gravissimamente l'immagine di una città che deve convincere non solo l'Italia ma il mondo che deve essere ricostruita. Dalle pochissime notizie che ho in questo momento - ha proseguito Cialente - si tratterebbe di un fenomeno molto limitato, in particolare di una società che ha utilizzato il puntellamento a palazzo Carli, sede del nostro rettorato. Ma questo non vuol dire. Ripeto, qualsiasi ombra, qualsiasi pelo nell'uovo rovina l'intera immagine della città. Dopo di che spero che tutti gli indagati possano dimostrare la loro innocenza. Ho sempre raccomandato la massima trasparenza, ecco perché mio sento fortemente tradito. Abbiamo i riflettori del mondo puntati addosso».
Il sindaco ha quindi parlato, in particolare, di due degli indagati finiti ai domiciliari: Vladimiro Placidi e Pierluigi Tancredi. «Placidi - ha ricordato il primo cittadino - fu nominato assessore il 15 dicembre 2009 quando dopo mesi terribili in cui andavamo avanti con 4/5 assessori rafforzammo la Giunta. Quella di Placidi fu una nomina di un assessore tecnico perché fu nominato responsabile della ricostruzione dei beni culturali in quanto direttore del Consorzio dei beni culturali dell'Aquila del quale il Comune era maggiore azionista, diciamo così. Per quanto riguarda Pierluigi Tancredi, invece, era consigliere di opposizione (Fi, ndr) nei primissimi giorni successivi al sisma. Mi disse che era disponibile a dare una mano. Dopo una settimana gli firmai una delega affinché seguisse la ricostruzione degli edifici storici. Ma la notte stessa, io dormivo in camper, fui raggiunto da circa un migliaio di sms di cittadini arrabbiatissimi su questa cosa. Così il giorno dopo lo chiamai dicendogli "guarda, la città non capisce questa cosa", per cui la delega gli rimase per 24 massimo 48 ore». Pierluigi Tancredi era stato precedentemente assessore al Bilancio e alla Cultura quando l'Amministrazione era guidata dal sindaco di centrodestra Biagio Tempesta.
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