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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 23:40.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 12:42.

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Stop larghe intese o striminzite intese
«Il punto centrale della legge elettorale é che ritengo prioritari gli obbiettivi che ci hanno dato i cittadini alle primarie», ha osservato il segretario. Il primo é «una legge elettorale chiara: chi vince governa e senza necessità di inventarsi giochi, dalle larghe alle striminzite intese». «La sentenza della Corte - ha aggiunto Renzi - è uno straordinario assist per noi perchè i dubbi sulla possibilità del premio di maggioranza sono venuti meno. Il punto centrale per noi è un sistema che consenta di governare e il sistema è il premio di maggioranza e non il doppio turno».

Non temo il voto segreto sulle nuove regole per il voto
Sempre sulla definizione delle nuove regole del voto, il segretario ha avvertito che «se qualcuno riterrà di affidarsi al meccanismo della fronda e del voto segreto si assumerà la responsabilità. Salterà l'idea stessa di patto costitutivo di una maggioranza».

Su rimpasto decida Letta
«Il governo non ci chieda un rimpastino - ha affermato Renzi -, uno dei loro al posto di uno dei nostri perchè allora un governo, con il Pd pari all'80 per cento della maggioranza nei criteri della Prima Repubblica, sarebbe da rimpastare ab ovo. Se ne occupi Letta e il rispetto è totale ma su singole iniziative ci facciamo sentire». «Il nostro obiettivo - ha poi chiarito - non è sostituire due ministri non renziani con due renziani, ma creare un sistema istituzionale e politico che duri per i prossimi vent'anni, almeno». Renzi ha chiarito di non voler porre «un termine» alla vita del governo, l'esecutivo - ha detto - deve andare avanti «finché realizza risultati». Le critiche sono un segnale di affetto.

Lavoro: discussione su articolo 18 è manfrina
Per quanto riguarda il lavoro, Renzi ha sottolineato che riaprire la discussione sull'articolo 18 sarrebbe solo «una grande manfrina». Il Jobs Act, ha spiegato il segretario, è una «prospettiva per l'Italia». Il piano per il lavoro «dovrà essere licenziato dalla direzione, continuo ad affermare la centralità della direzione, perché la ritengo fondamentali».

Renzi al Ncd: su ius soli e unioni non ci tarperemo ali
Il segretario ha mandato un messaggio al Nuovo centrodestra. «Propongo che il Pd nella sua interezza in "Impegno 2014" (il patto di coalizione su cui sta lavorando il premier Letta, ndr) ponga una serie di temi ma senza che ci tarpiamo le ali in partenza. Sullo ius soli o le unioni civili abbiamo preso un impegno con i nostri elettori che non possiamo tirare fuori solo in campagna elettorale». Anche perchè, ha aggiunto Renzi, questi temi vengono usati «strumentalmente», da chi poi «privatamente ti dice che sui diritti» un accordo si trova senza difficoltà. Avanti così «diventeremo la più grande sala parto del Mediterraneo».

Cuperlo: saggio valutare ragioni Letta bis
«Io chiedo che, dopo aver fatto scomparire il tema Berlusconi dalle cene degli italiani, non lo facciamo tornare con il dibattito sulla legge elettorale. Anche perchè - ha detto il ministro Graziano Delrio, nel suo intervento in direzione - non sono affatto convinto che abbiamo archiviato Berlusconi con l'operazione Ncd».

Il presidente del Pd Cuperlo ha invece aperto a un Letta-bis: «Davanti al rischio di logoramento progressivo sarebbe saggio - ha affermato - valutare le ragioni non di un rimpasto ma di una vera e propria ripartenza valutando l'ipotesi di nuovo governo, presieduto da Letta e che recuperi un profilo di autorevolezza e prestigio e il Pd senta davvero suo».

Fassina: basta con il Governo figlio di nessuno
Pippo Civati ha chiesto a Renzi un "testo" sul lavoro, perché finora le anticipazioni circolate non permettono di fornire un giudizio compiuto. «Sciogliamo l'ambiguità rispetto al governo Letta che non può essere figlio di nessuno», ha affermato l'ex viceministro dell'Economia Stefano Fassina.

Interventi critici. Nei prossimi giorni il confronto all'interno del partito potrebbe accendersi. È questo è lo scenario il giorno dopo il faccia a faccia tra i due avversari. Entrambi esponenti di primo piano del Pd ma fautori di linee politiche diverse.

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