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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2014 alle ore 16:23.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2014 alle ore 21:18.

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Scopelliti: governo avvii dialogo con istituzioni
Anche il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, mette le mani avanti e avverte l'esecutivo: «Se il governo vorrà dialogare con la Regione Calabria dovrà avviare anche un tavolo coinvolgendo esperti internazionali e facendo chiarezza con tutte le istituzioni locali. In quel tavolo si dovrà discutere di tutto ciò che è necessario per dare una risposta alla Calabria»

Palazzo Chig: porto Gioia Tauro attrezzato per trasbordi pericolosi
Di fronte al crescere delle proteste, il premier ha deciso di convocare martedì 21 gennaio una riunione a palazzo Chigi con tutte le parti coinvolte nella vicenda :il presidente della Regione Calabria, i sindaci dei Comuni di Gioia Tauro e di San Ferdinando, il presidente dell'Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi, il comandante della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, Davide G. Barbagiovanni Minciullo, e l'amministratore delegato di Mct, Domenico Bagalà. La riunione servirà a chiarire i precisi termini dell'operazione. In particolare, per palazzo Chigi il porto di Gioa Tauro è attrezzato a operazioni come quella che si appresta a compiere per il trasbordo delle sostanze chimiche trasportate dalla Siria. «Negli anni 2012-2013 il porto di Gioia Tauro - si legge nella nota - ha movimentato 3.048 container contenenti sostanze tossiche 6.1, per un totale di 60.168 tonnellate». Quanto al carico «da trasbordare da nave e nave senza sbarco a terra e senza stoccaggio», esso è costituito da «circa 60 contenitori da 20 piedi contenenti merci pericolose appartenenti alla classe 6.1 (materie tossiche)». Si tratta quindi di materiale appartenente «alla medesima classe di materia tossiche trattate in via ordinaria nel porto di Gioia Tauro»

«Condizioni di sicurezza garantite»
La sicurezza per sostanze tossiche 6.1 è data dal sistema di packaging che avviene «nell'assoluto rispetto delle norme internazionali in materia», prosegue la nota di palazzo Chigi. Nel caso specifico il packaging viene effettuato da personale siriano addestrato in Libano da funzionari dell'Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) che ne ha certificato la preparazione. Ispettori internazionali (non siriani) dell'Organizzazione «vigileranno sulle procedure di packaging che prevedono tre strati di imballaggio». Una volta imballate le sostanze verranno caricate in appositi container totalmente stagni (come previsto dalla normativa internazionale). Nel porto di Gioia Tauro sarà, «ovviamente, assicurata la necessaria vigilanza di security, sia lato terra che lato mare, per tutta la durata delle operazioni».

Mauro (Difesa): Gioia Tauro ha competenze eccellenti
Difende la scelta del governo e delle Autorità internazionali il ministro della Difesa Mario Mauro: «Il porto di Gioia Tauro è stato individuato dagli organi competenti per la sua eccellenza nel sapere trattare le sostanze di cui si sta parlando e che non sono armi chimiche». A chi gli chiede di commentare la preoccupazione del presidente della Calabria Giuseppe Scopelliti e dei sindaci locali il ministro replica: «Per chi ospita» una vicenda simile «è sempre un compito delicato e serio». Ma Mauro ci tiene a ribadire come «questa volta si tratti di movimentare 560 tonnellate mentre nell'ultimo anno sono oltre 30 mila tonnellate» di sostanze analoghe.


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