Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2014 alle ore 07:29.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:42.

My24

3. Le banche centrali, sia con la politica monetaria sia con la regolazione del sistema bancario, sono state in grado di mitigare la crisi, non di prevenirla. In questo si è ripetuto un copione già visto molte volte nel passato e le lezioni sono due: a) non abbiamo imparato a dominare il ciclo economico; questa volta non è stata diversa dalle altre; la "grande moderazione" della quale andavamo fieri è stata un'effimera illusione; b) la politica monetaria è stata, probabilmente, eccessivamente accomodante durante il "boom" che ha preceduto la crisi ma non va dimenticato che i bassi tassi di interesse avevano potenti alleati non solo nel mondo finanziario ma anche in grandi strati dell'elettorato di molti Paesi: la lezione è che la prevenzione delle crisi non richiede solo la soluzione di complessi problemi tecnici, ma anche il coraggio di affrontare quella spinosa impopolarità politica che consiste nel chiudere il bar nel bel mezzo della festa.

4. L'Europa è l'area maggiormente colpita dalla crisi e l'Italia lo è in modo particolare, tanto che non si può ancora parlare al passato di questa esperienza. Il Vecchio Continente ha metabolizzato meno bene degli Stati Uniti la lezione degli anni Trenta, soprattutto quella che va tratta dall'"austerità" allora abbracciata dalla Francia con pesanti effetti depressivi sull'economia tedesca. Oggi, come nel 1931-33, pesa un problema (politico) irrisolto: a chi spetta l'onere di correggere gli squilibri? Il peso deve gravare solo sui Paesi in disavanzo o, simmetricamente, anche su quelli che hanno un surplus nei conti con l'estero?

5. L'esperienza europea mostra quanto sia difficile per Paesi con elevato debito pubblico adottare politiche fiscali adatte a mitigare una crisi caratterizzata da una forte caduta della domanda. Le regole comunitarie in merito all'indebitamento non hanno costituito l'effettivo vincolo all'uso di una politica fiscale espansiva. Il vincolo è derivato dal rischio crescente percepito, a torto o a ragione poco importa, dai sottoscrittori dei titoli dei Paesi molto indebitati: l'espansione fiscale ha prodotto aumenti dei tassi d'interesse che ne hanno vanificato in tutto o in parte l'efficacia. È questo il circolo vizioso al quale ci si condanna quando si deve gestire una crisi partendo da un livello eccessivo di indebitamento pubblico. La lezione per il futuro è evidente: avranno successo le società che riusciranno a ristabilire la sostenibilità fiscale mantenendo al tempo stesso una sufficiente coesione sociale. Non furono molti i Paesi che vi riuscirono negli anni Trenta. Che cosa diranno in proposito gli storici che studieranno il secondo decennio del ventunesimo secolo?

Shopping24

Dai nostri archivi