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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2014 alle ore 08:16.

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Speriamo non ci caschi anche il nuovo leader del Pd, il quale dovrà vedersela con molti potenti gruppi d'interesse vicini al suo partito, che difendono le ragioni di chi non vuole cambiare nulla, a partire dai sindacati. Perciò il jobs act, che Renzi potrà - lui fiorentino - tranquillamente chiamare "legge sul lavoro", dovrà definire qualche misura coraggiosa per indicare che una svolta è iniziata, a costo magari di scontentare qualche garante del vecchio sistema. Mentre la destra - nelle sue varie, più o meno afone, versioni - potrebbe definire una piattaforma per una robusta revisione della spesa pubblica, con conseguente riduzione di tasse e timbri.
Allora, dinanzi a una politica che affronta i loro problemi, gli italiani potrebbero perfino tornare a interessarsi del nuovo sistema elettorale che, come oggi sanno benissimo per le esperienze passate, di per sé non è sinonimo di stabilità e di governabilità, intese non come sopravvivenza dell'esecutivo, ma come capacità e possibilità di cambiare le cose, in tempi ragionevoli e con esiti misurabili.
Richiesta di chiarimenti al Pd
Cosa intende fare con il costo del lavoro, la corruzione, il salasso di soldi pubblici con il conseguente peso fiscale? I mesi passano gli anni pure, gli imprenditori e i lavoratori si impiccano quasi settimanalmente, le aziende continuano a sparire come neve al sole e i problemi principali continuano ad essere la legge elettorale, Berlusconi e gli umori di Letta e Renzi.
Come mai non prende in considerazione l'idea di inviare delegazioni che girino per le Pmi in modo da vedere quali sono i bisogni e le difficoltà?
Rudi Toselli
Dimissioni
Idem meglio della De Girolamo
Non capisco perché l'ex ministra delle Pari Opportunità Josefa Idem ha rassegnato le proprie dimissioni per un'irregolarità Imu sulla sua palestra di Ravenna, e invece la ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri e la ministra delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo non lo facciano per fatti ben più gravi di quelli imputabili alla Idem.
Senza giustificare la Idem, nei Paesi scandinavi si sarebbero tutte dimesse cinque minuti dopo la notizia: ricordo che nel 2006 due ministre svedesi, Anna Borelius e Cecilia Stego Chilo, si dimisero immediatamente dopo che la stampa aveva diffuso la notizia che entrambe non avevano pagato il canone televisivo. Il tutto accompagnato da un profondo senso di sdegno nei confronti della popolazione. Vorrei vedere quanti ministri e parlamentari in Italia pagano il canone Rai! Ma forse in Italia Lor Signori sono esentati…
Domenico Lanuto
Bologna

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