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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2014 alle ore 08:18.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:50.

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GRAGNANO (NA) - Il marchio di indicazione geografica protetta porta bene al distretto della pasta di Gragnano che chiude il 2013 con un incremento di fatturato del 12% e una sempre più spiccata apertura ai mercati internazionali.
Se n'è discusso ieri, nella cittadina dell'hinterland napoletano che dal sedicesimo secolo fonda la propria economia sulla cosiddetta arte bianca, in un workshop con la stampa estera che prendeva spunto dall'ottenimento della Igp, datato ottobre 2013, per analizzare le prospettive di sviluppo del settore.

L'anno scorso ha portato particolarmente bene: i 15 pastifici gragnanesi – dai quali dipendono le sorti di 500 addetti diretti e almeno 1.500 lavoratori d'indotto – hanno mosso un fatturato di 510 milioni, per l'80% determinato dalle vendite oltre confine. Il tutto in un contesto congiunturale favorevole: l'Italia ha esportato 2 miliardi di chilogrammi di pasta.
Gragnano, cittadina di appena 36mila abitanti, vale il 14% dell'export nazionale di settore. Il che significa che tutti i giorni dal centro dei Monti Lattari partono rifornimenti destinati a servire una clientela globale di almeno 10 milioni di utenti. Il riconoscimento dell'Igp, ottenuto dal consorzio Gragnano Città della Pasta che riunisce 13 produttori e da dieci anni si batteva per l'obiettivo, ha rappresentato un po' la ciliegina sulla torta. Per Giuseppe di Martino, presidente del consorzio, è molto di più: «Abbiamo messo in sicurezza un metodo di produzione ultracentenario da ogni possibile contraffazione, aumentandone l'appeal commerciale in Italia e all'estero». Il passo successivo sarà la costituzione di un consorzio di tutela che avrà il compito di vegliare su rispetto del disciplinare ed eventuali tentativi di imitazione. «L'Igp – continua di Martino – fa bene all'intero tessuto produttivo territoriale, qualifica una lavorazione che da sempre ha nell'alta qualità il proprio principio cardine, in un momento storico in cui, per lo scandalo della Terra dei Fuochi, si fa spesso e volentieri confusione intorno ai prodotti campani».

All'incontro di ieri è intervenuto anche Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo che in questi mesi ha sostenuto a Bruxelles la battaglia delle imprese gragnanesi per l'ottenimento del marchio: «La produzione di pasta – ha detto – contribuisce per l'1,7% alla determinazione del pil italiano. È un segmento fondamentale della nostra industria alimentare, caratterizzato da un export in continua crescita. Per continuare a crescere all'estero – ha continuato De Castro – serve però essere organizzati. L'esperienza dell'Igp in questo senso può essere uno straordinario strumento a disposizione del distretto di Gragnano perché crea sinergia, aiuta a superare quelle azioni in ordine sparso che – conclude l'europarlamentare – storicamente rappresentano il punto debole del sistema italiano».

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