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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 08:50.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2014 alle ore 10:25.

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Il fascicolo
È un fascicolo magmatico quello affidato al pm Tartaglia Polcini. Che si arricchisce di continui colpi di scena. A metà gennaio 2014, infatti, Pisapia ricorre al Tribunale del riesame, per chiedere l'annullamento dell'obbligo di dimora, e deposita altre trascrizioni che, a suo dire, dimostrerebbero la macchinazione politica ai suoi danni. Lamenta, l'ex manager, di essere stato «epurato» dal dg Rossi su mandato della De Girolamo per ragioni di appartenenza politica. Accuse, indimostrate, che non incidono comunque sulla gravità degli indizi a suo carico tant'è che i giudici confermano la misura cautelare per il rischio di inquinamento delle prove. Lo stesso gip Cusani lo aveva definito soggetto di «spessore delinquenziale».

Le registrazioni trasmesse dal Tg 5
Nelle ore convulse del ricorso, mentre in Parlamento il M5S e Scelta civica iniziano a operare i primi distinguo sulla condotta della ministra che sarà, di lì a poco, chiamata a riferire in Aula, e mentre infuria la polemica sulla protezione di cui, secondo alcuni, la ministra potrebbe beneficiare in forza del matrimonio con il parlamentare lettiano Francesco Boccia, una «manina» anonima invia alla redazione del Tg5 nuove registrazioni tra la De Girolamo e Pisapia in cui si fa riferimento, esplicitamente e direttamente, a una trappola ordita ai danni della donna dal dg Rossi in combutta con avvocati ed esponenti di primo piano del Partito democratico sannita, tra cui il parlamentare Umberto Del Basso De Caro. «Attenta, il Pd locale ti vuole inguaiare», le dice Pisapia. La trasmissione degli audio alza ancor di più il livello di scontro perché, stavolta, non si capisce chi ha registrato chi, visto che la difesa di Pisapia fa subito sapere che, quei colloqui, non sono mai stati depositati in Procura. Del Basso De Caro e gli altri presunti «congiurati» smentiscono la ricostruzione e parlano di gossip indegno.

Il difensore di Pisapia rimette il mandato
Il giorno dopo la messa in onda, l'avvocato difensore dell'ex direttore amministrativo rimette il mandato. In Procura, riprendono gli interrogatori degli imprenditori che hanno lavorato, negli ultimi anni, con l'Asl, e si scoprono le prime carte di un più vasto affresco investigativo sull'azienda sanitaria di Benevento. In contemporanea alle registrazioni abusive di Pisapia, infatti, gli inquirenti hanno attivato una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali.

Asl come bancomat
Gli spunti d'indagine raccolti dalle fiamme gialle, che tratteggiano una Asl usata come «bancomat», sono eloquenti: in un solo pomeriggio, dalle 16:38 alle 22:06, l'ufficio economico-finanziario dell'Asl emette 87 disposizioni di liquidazione per tre milioni di euro, quattro delle quali riconducibili direttamente a Pisapia (per presunti rimborsi spese) e a un avvocato a lui legato. Non si scoprirà mai chi li ha materialmente autorizzati, dal momento che la dipendente addetta al servizio di liquidazione delle fatture riferirà di essere stata contattata da Pisapia perché gli rivelasse la password del terminale, mentre questi addebiterà il tutto a una presunta intrusione informatica.

Gli accertamenti in corso
All'attenzione dei magistrati, negli ultimi giorni, finiscono la gara d'appalto da 12 milioni di euro aggiudicata alla Sanit per il servizio di 118 e i rapporti economici intercorsi tra questa e l'Asl; eventuali «irregolarità nell'utilizzo, da parte dell'amministratore della Sanit, delle somme corrisposte a titolo di remunerazione al personale»; i contratti con le ditte «Modisan» (ritenuta vicina al Pdl), «Crisalide» e «Sanit»; e gli accreditamenti, i convenzionamenti e i rimborsi alle strutture sanitarie collegate all'Asl. Accertamenti sono in corso, inoltre sullo spostamento di alcuni uffici Asl ad Airola, di cui si parla negli incontri del 30 luglio 2012. «Un paio di cose che stanno a Montesarchio che voi dovreste trasferirgli a Sant'Agata e lui dava la disponibilità dei locali», dichiara la De Girolamo riferendosi al sindaco del piccolo comune sannita. Interviene il dg Rossi che, parlando di una vicenda collegata, rivela: «A Valentino noi non gli stiamo facendo un piacere... gli stiamo creando un po' di problemi che lui intelligentemente ha incassato... nel senso che noi gli stiamo spostando delle attività».

Nuovi interrogatori
Nei prossimi giorni, Pisapia – che ha in corso anche una causa di lavoro contro l'Asl per ottenere un risarcimento dopo il licenziamento in tronco deciso dal dg Rossi, nella quale è teste proprio la De Girolamo – sarà nuovamente interrogato in Procura sul «direttorio politico-partitico» e, in quella sede, potrebbe consegnare le 500 pagine di trascrizioni di incontri con l'ormai ex ministra delle Politiche agricole e i suoi più stretti collaboratori.

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