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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2014 alle ore 14:57.
L'ultima modifica è del 24 febbraio 2014 alle ore 07:33.

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Riforme o Renzi non ha paura delle urne
«Se il Parlamento ci sta a fare le riforme, bene. Altrimenti non é Renzi ad aver paura delle urne». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ospite a "In mezz'ora", a proposito delle intenzioni dell'esecutivo Renzi. «Intendiamo fare le riforme che abbiamo annunciato - ha aggiunto - l'Italia ha bisogno di semplicità e di coraggio, di liberarsi della burocrazia e di aprire una fase nuova, più europea e piena di possibilità. Se il Parlamento ci sta, bene. Altrimenti non é Renzi ad avere paura delle urne. Il presidente - ha sottolineato - andrà nelle piazze delle città per capire e anche per essere criticato. Se il Parlamento dirà che queste riforme sono sbagliate o troppo forti daremo la parola al popolo».

Delrio: meno tasse alle imprese e a chi ha redditi bassi
Il governo Renzi vuole «da un lato aiutare le imprese ad avere meno tasse, dall'altro i pensionati e coloro che hanno redditi bassi ad avere qualche euro in più in tasca, anche per aumentare i consumi», ha detto il sottosegretario. «Una delle ipotesi è quella» di agire sull'Irpef. «Io sono sbilanciato a sinistra: sono molto favorevole a iniziare dalle fasce basse», aggiunge Delrio.

Porte aperte a Gratteri come consulente di Renzi
«Gratteri è una figura di speranza per la gente comune. Sa, e glielo ho confermato anche stamattina , che se vorrà essere consulente del premier per la criminalità le porte di palazzo Chigi per lui sono sempre aperte», ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio.

Da Bersani sì alla fiducia: ne ero sicuro
«Ero sicuro» che avrebbe detto così, perché «Bersani è una persona molto saggia, capisce il bene del Paese prima che gli interessi personali», ha detto il sottosegretario commentando le parole di Pierluigi Bersani, secondo il quale occorre votare la fiducia al governo Renzi. Bersani in una intervista all'Unità ha dichiarato che quando sente «qualcuno che ipotizza di non votare la fiducia, penso che abbia perso la bussola». «La fiducia si vota, altrimenti finisce il Pd».

Civati: farò la cosa giusta, rimanere nel Pd
Da Bologna Pippo Civati annuncia che resterà nel Pd. «Vi voglio proporre di rimanere nel Pd e di costruire immediatamente un nuovo centrosinistra», ha detto Pippo Civati al suo popolo riunito a Bologna per decidere se votare la fiducia al governo Renzi. Il 'dissidente' del Pd ha così preso atto dei risultati del sondaggio sul web in cui é prevalso il si alla fiducia (50.1%) anche se per la metà condizionato a un'ulteriore verifica. «Non voglio uscire dal Pd - ha spiegato il deputato Democratico - ma faccio una fatica..Farò la cosa giusta sul vostro mandato».

Civati: non vogliamo far cadere il governo, ma ricatto ingiusto
«Non vogliamo indebolire Renzi e non vogliamo far cadere il governo ma pensiamo che il ricatto che è stato posto verso tanti elettori del Pd non sia stato giusto», a detto il parlamentare Pd Pippo Civati, a margine dell'incontro da lui stesso convocato a Bologna per fare una ricognizione sul Governo Renzi, alla vigilia del voto di fiducia. Si è detto nettamente critico rispetto alla formazione del Governo Renzi, ma orientato di fatto a votare la fiducia all'esecutivo.

Civati: in Senato probabilmente nascerà un gruppo del Nuovo centrosinistra
«In queste settimane ho parlato di un nuovo centrosinistra, e probabilmente in Senato si costituirà questo gruppo, ma non perché lo ordino io, non ho questo potere, è perché c'è bisogno di costituire una coalizione progressista in questo Paese», ha detto il parlamentare Pd Pippo Civati, a margine dell'incontro da lui stesso convocato a Bologna per fare una ricognizione sul Governo Renzi, alla vigilia del voto di fiducia.

Meloni: no alla fiducia a Renzi
Il governo Renzi «é frutto di un gioco di palazzo, é un banale rimpasto che non ha nessun elemento di discontinuità con l'esecutivo Letta». Lo afferma il presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che ribadisce il suo no alla fiducia.

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