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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2014 alle ore 08:16.

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I numeri
Gli effetti di 13 anni di cattivo titolo V sono soprattutto due. Da un lato, l'aumento delle competenze affidate alle Regioni ha prodotto una crescita esponenziale sia delle loro uscite che delle loro entrate: le prime sono aumentate del 40%, le seconde dell'80 per cento. Al tempo stesso è nato anche un nuovo fenomeno: il contenzioso costituzionale. Dal 2002 a oggi la Corte ha affrontato circa 1.700 conflitti di competenze fra Stato e Regioni, dedicando a questa materia quasi il 40% delle proprie sentenze
© RIPRODUZIONE RISERVATA I CONFLITTI STATO-REGIONI DAL 2002 1.70010
CULTURA Credito d'imposta e bando per start up La proposta
Istituire una Capitale italiana della cultura, sul modello di quella europea, per generare progetti che possano valorizzare il ruolo delle città, mettendole in competizione tra di loro, promuovere la partnership pubblico-privata e coinvolgere la società civile. È una delle proposte emerse negli Stati generali della Cultura, organizzati dal Sole 24 Ore il 21 novembre scorso. Vanno eliminati gli ostacoli amministrativi e burocratici che di fatto equiparano gli enti culturali agli uffici anagrafe; va attuata una politica di sgravi fiscali e detraibilità per le donazioni e le sponsorizzazioni; serve il credito di imposta per le imprese che investono in cultura e un bando per le start up. La premessa è una strategia di lungo periodo, come emerge dal Manifesto della cultura del Sole 24 Ore, lanciato nel febbraio 2012, e che contiene cinque punti: una Costituente per la cultura, secondo l'articolo 9 della Costituzione; arte e cultura scientifica devono essere promosse a tutti i livelli educativi; strategie di lungo periodo; complementarietà pubblico-privato, sgravi ed equità fiscale.
Gli strumenti normativi
La legge Valore cultura è stata approvata nell'autunno scorso ma mancano ancora i decreti attuativi. Contiene, tra i vari punti, una norma generale sul rapporto pubblico-privato, da definire appunto con regolamento, procedure semplificate per le donazioni sotto i 10mila euro, un credito di imposta per cinema e spettacolo, interventi per Pompei.
I numeri
Secondo il Country Brand Index 2013 il brand Italia, cioè la nostra capacità di ragionamento strategico nella produzione culturale e creativa, è calato di 5 punti, passando dal 10° al 15° posto nella classifica internazionale. La quota di Pil dell'industria culturale e creativa è del 5,8%, circa 80 miliardi di euro in crescita rispetto al 5,4% del 2011. La quota del Pil dell'industria culturale in senso esteso è del 15,30, era del 15% nel 2011. L'export dell'industria culturale e creativa è del 10,1%, stabile. Secondo il Censis il settore della cultura ha 300mila occupati contro i 750mila del Regno Unito e i 670mila della Germania. Il valore aggiunto da noi è di 15 miliardi di euro, contro i 25 miliardi di Francia e Germania.
© RIPRODUZIONE RISERVATA VALORE AGGIUNTO INDUSTRIA CULTURALE 15 miliardi

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