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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2014 alle ore 06:40.

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ROMA
Turbolenze hanno attraversato il Movimento 5 Stelle fin dal suo ingresso in Parlamento. Ma ieri il contrasto tra dissidenti e fedeli alla linea Grillo-Casaleggio («tutti a casa», «no ad alleanze con i partiti») ha registrato un salto di qualità, che mette a rischio la tenuta del gruppo, e apre scenari su nuovi equilibri maggioranza-opposizione (soprattutto al Senato). Una decina di senatori, tra espulsi e non, hanno annunciato un gesto clamoroso: dimissioni dal Senato. Ma ci sarebbero anche i numeri per la creazione di un nuovo gruppo.
La giornata di ieri tra i grillini a Palazzo Madama è stata caratterizzata da urla, insulti, espulsioni, lacrime e dimissioni. Il movimento ieri è stato privato di quattro suoi componenti – i "dissidenti" Lorenzo Battista, Luis Orellana, Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella, che avevano criticato l'atteggiamento di Grillo durante le consultazioni con Renzi – in seguito a un voto (29.883 sì, 13.485 no) degli attivisti sul blog di Grillo. Voto giunto dopo che nella nottata di martedì l'assemblea congiunta deputati-senatori M5S aveva deciso di proporre l'espulsione.
Ieri, mentre i militanti si pronunciavano, durante una riunione è finito sul banco degli imputati il capogruppo pro tempore Maurizio Santangelo, che ha proposto la procedura di espulsione direttamente all'assemblea congiunta, dribblando una riunione preventiva del gruppo di palazzo Madama, dove in molti sono critici contro i "dissidenti" ma la maggioranza per le espulsioni non ci sarebbe stata. La riunione si è sciolta in modo burrascoso, con Alessandra Bencini in lacrime che si lamentava di essere stata insultata; e nel pomeriggio si sono susseguiti gli annunci di dimissioni dalla carica di senatore di alcuni degli espulsi come Bocchino, Orellana e Battista e di almeno altri cinque "grillini": oltre alla Bencini, Maurizio Romani, Maria Mussini, Monica Casaletto e Laura Bignami. Ma altri, riferisce un senatore tra i meno schierati, ci stanno pensando, come Cristina De Pietro e Enrico Cappelletti. Poi a fine giornata Orellana ha annunciato: «Siamo in nove ad avere rassegnato le dimissioni e penso che rimarremo in nove».
«Ora ci sarà il gioco al massacro – ha raccontato una fonte interna al M5S – e l'inizio è stata la pubblica denuncia di Mario Giarrusso delle firme false apposte da Santangelo in calce alla proposta di sfiducia individuale per i due ministri» Poletti e Guidi: «Partiranno le carte bollate». L'ex comico ieri mattina ha cercato di orientarne il voto attribuendo ai quattro senatori posizioni che non risulta abbiano espresso: dicono «solo cazzate. Non sono più in sintonia con il Movimento: "fate alleanze ... perché non ha fatto alleanze con Letta ... perché non fate". Tutte persone - ha sostenuto Grillo - che sul palco quando c'ero io dicevano esattamente il contrario». Ci sarebbe anche la necessità di compattare il gruppo e preparare la campagna per le europee dietro la scelta di Grillo e Casaleggio di andare al redde rationem con i dissidenti: «Ora dobbiamo concentrarci sulle cose da fare perché – ha detto Grillo – c'è un importante appuntamento, quello delle europee. Non possiamo arrivarci con questi continui distinguo, con questo lavorio continuo in negativo che sfianca anche i più entusiasti».
I senatori 5 stelle, prima della bufera, erano in 50 (senza considerare i 4 già passati nei mesi scorsi al gruppo misto). Nonostante le dimissioni annunciate (che richiedono tempi lunghi per essere ratificate dall'Aula) c'è già chi parla della nascita di un possibile gruppo autonomo di ex grillini. Con annessi corteggiamenti: «È un vero peccato che il nuovo governo sia nato con la stessa maggioranza che sosteneva Letta – ha detto Pippo Civati (Pd) – c'è la possibilità che si costituisca un nuovo centrosinistra».
Alla Camera, dove i grillini sono 106, il fenomeno dei dissidenti è meno pronunciato. Eppure, ieri il deputato Alessio Tacconi alla Zanzara su Radio24 ha detto: «Esco dal gruppo dei 5 Stelle alla Camera e con me ci sono altri cinque deputati». E sul sistema di voto per cacciare i dissidenti ha aggiunto: «È in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo per forza fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente, non lasciando spazio a dubbi»
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I NUMERI DEI 5 STELLE
50
Al Senato
Attualmente i senatori 5 stelle sono 50. Quattro grillini avevano lasciato il gruppo già nei mesi scorsi. Insieme ai quattro espulsi di ieri, altri 6 senatori 5 stelle avrebbero annunciato l'addio al movimento
106
Alla Camera
I deputati 5 stelle alla Camera, prima del caos di ieri, erano 106. Già nei mesi scorsi tre deputati grillini si erano iscritti al gruppo misto. Alessio Tacconi ieri ha annunciato che lascerà il gruppo, insieme a altri 5 grillini

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