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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2014 alle ore 07:16.
L'ultima modifica è del 04 marzo 2014 alle ore 18:25.

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Il discorso di Putin
Dalla sua dacia fuori Mosca, Putin dice che «non serve per ora» un intervento militare da parte della Russia anche se in Ucraina c'è stato un colpo di Stato incostituzionale e il potere è stato preso con le armi. Conclusione di questo non lineare ragionamento: una eventuale decisione di impiegare le forze armate russe in Ucraina sarà «legittima» cioè solo dopo «una richiesta del presidente legittimo» Yanukovich. Nega che le truppe russe siano operative nella penisola ucraina della Crimea, affermando che solo forze locali di autodifesa stanno circondando le basi militari ucraine nella regione.

Sulle minacciate sanzioni Putin avverte: chi vuole introdurre le sanzioni contro la Russia deve pensare alle conseguenze perché i danni saranno reciproci, anche se un responsabile americano citato dall'agenzia Ansa dice che sanzioni Usa contro la Russia arriveranno probabilmente in settimana».

Il presidente russo afferma che non vede «la necessità» di inviare truppe in Ucraina: l'uso della forza sarebbe l'«ultima risorsa». «Cosa potrebbe innescare l'eventuale utilizzo della forza? Solo un caso estremo» ha aggiunto. «Come sapete - ha detto Putin - il legittimo presidente Yanukovich, ha chiesto alla Russia di usare la forza militare per salvare la vita e tutelare il benessere della popolazione locale». Il presidente russo ha poi ricordato che le esercitazioni militari iniziate la scorsa settimana erano state programmate da tempo e «ieri ho ordinato a tutte le truppe di ritornare nelle basi militari».

Secondo Putin lo stesso Yanukovich ha ottemperato a tutte le condizioni previste dall'accordo raggiunto con le forze di opposizione il 21 febbraio, giorno precedente la caduta del vecchio regime, in particolare con la rinuncia alle sue prerogative. Per questo il presidente russo ritiene che la sua destituzione sia stata illegittima. Il leader del Cremlino ha riconosciuto che il popolo ucraino voleva un cambiamento, ma aggiunto che non va incoraggiato alcun «cambiamento illegale».

Nelle ore precedenti il governo russo aveva tenuto un atteggiamento ambiguo, sia dal punto di vista militare sia finanziario: prima l'annuncio dell'invasione della Crimea, poi la faccia feroce con gli Stati Uniti per bocca del suo consigliere economico Serghiei Glaziev, che dice «Mosca lascerà il dollaro per altre valute» e viene subito smentito dallo stesso Cremlino. Infine il ministro russo della Difesa, Sergey Shoigu, ordina alle truppe coinvolte nelle esercitazione militari di tornare nelle loro caserme entro il 7 marzo: le manovre avevano coinvolto anche i reparti nelle regioni al confine con l'Ucraina.

La punizione russa inflitta a Kiev
C'è però già una sanzione per la Kiev ribelle: a partire da aprile la Russia cancellerà lo sconto sul gas concesso a dicembre all'Ucraina e che ha fatto scendere il prezzo del metano da circa 400 a 268,5 dollari per mille metri cubi. Lo fa sapere l'ad di Gazprom Alexiei Miller citato dall'agenzia Itar-Tass.

I timori americani nonostante le rassicurazioni di Putin
Putin non ha escluso l'uso della forza in Ucraina per «proteggere il popolo». Per questo gli Stati Uniti sono «ancora molto preoccupati», perché Mosca potrebbe avere in mente «altre mosse», e dare il via a un'invasione più ampia dell'Ucraina. A dirlo è stato un funzionario americano, in viaggio con il segretario di Stato americano Kerry, ora a Kiev. Per la prima volta dall'inizio della crisi, sottolinea Fox News, i funzionari americani hanno apertamente dichiarato che è molto difficile, in questo momento, monitorare lo spostamento delle truppe russe: tra i movimenti dei soldati impiegati per la sicurezza alle Olimpiadi invernali, che si sono concluse a Sochi, e le esercitazioni militari di routine nella zona, non è chiaro quanti soldati si stiano riversando in Crimea. I funzionari americani non sono stati in grado di smentire la notizia che potrebbero esserci fino a 16.000 soldati russi in Crimea: fosse vera, ci sarebbe stato un aumento di 10.000 soldati nell'area nel giro di 24-36 ore. Truppe ucraine e russe si controllano a distanza, ai due estremi dell'istmo che collega la Crimea alla terraferma: un segnale che, secondo alcuni funzionari di Washington, «fa crescere la possibilità» che il Cremlino si stia preparando a «estendere» la sua invasione all'Ucraina continentale.

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