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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 15:03.
L'ultima modifica è del 06 marzo 2014 alle ore 20:36.

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La Casa Bianca ha anche autorizzato il blocco delle proprietà delle persone «coinvolte direttamente nella destabilizzazione dell'Ucraina, compreso l'intervento militare in Crimea» si legge in una nota del Dipartimento di Stato.

Le nuove sanzioni americane «accrescono la pressione e non sono costruttive» commenta il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, regista dello scacco matto di Putin a Obama nei mesi della crsi in Siria, settembre 2013, dopo l'incontro a Roma con il segretario di Stato Usa John Kerry.

Kerry e Lavrov si sono incontrati oggi alla Farnesina, alla Conferenza internazionale sulla Libia dopo che ieri il primo ha invano tentato di far incontrare il secondo con rappresentanti del nuovo governo di Kiev. Continuano intanto le riunioni informali fra lo stesso Kerry e i ministri degli Esteri europei, l'italiana Federica Mogherini, il francese Laurent Fabius, il tedesco Franz-Walter Steinmeier, e il sottosegretario britannico Hugh Robertson.

Obama a picco nei sondaggiper la politica estera (fonte Fox)
Intanto il braccio mediatico della destra americana martella Obama. È infatti il canale tv Fox News, vicino ai repubblicani, a certificare il più basso gradimento del presidente degli Stati Uniti nei sondaggi: Obama è sceso sotto il 40%, rivela una ricerca del canale americano: solo il 38% degli interpellati approva il suo lavoro, il 54% non è contento della sua gestione. Il gradimento crolla proprio la politica estera, con solo un 33% che promuove il lavoro di Obama sulle questioni internazionali. Gli interpellati sono stati invece clementi con Hillary Clinton: secondo il 50% del campione la possibile candidata democratica alla Casa Bianca 2016, che nelle ultime ore ha paragonato Putin a Hitler, sarebbe un buon presidente.

La crisi in Ucraina rischia anche di mandare a monte la breve vacanza in Florida programmata dagli Obama. Domani i due hanno in programma un incontro in una scuola di Miami e dopo avevano intenzione di prolungare il soggiorno nel Sunshine State anche con le figlie ma il presidente potrebbe decidere di rientrare a Washington domani stesso.

Sul Washington Post Kissinger riconosce le ragioni della Russia
Sul Washington Post oggi l'ex segretario di Stato ec ex consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger, cioè il volto e la testa della diplomazia americana ai tempi della Guerra Fredda, scrive che che è facile avviare una crisi ma non porvi fine. Chiarisce che il l'Ucraina non sarà mai est o ovest ma un poste fra le due sponde: può scegliere se integrare la sua politica e la sua economia all'Unione europea, ma non di avvicinare la sua sicurezza e la sua difesa alla Nato, dice Kissinger. Ed è un fatto che la Russia non la considererà mai un paese straniero.

Kissinger chiede a Obama più realismo sulla crisi ma anche più rispetto per le ragioni della Russia. Scrive: «Sappiamo dove stiamo andando? Nella mia vita, ho visto iniziare quattro guerre diverse con grande entusiasmo e sostegno pubblico: non ne siamo riusciti a completare nessuna e da tre di queste guerre ci siamo ritirati unilateralmente. Il test alla fine è come vanno a finire queste crisi, non come iniziano. Troppo spesso la questione dell'Ucraina viene posta come una resa dei conti: Ucraina a Est o Ucraina a Ovest. Ma se il punto è la sopravvivenza e la crescita rigogliosa dell'Ucraina, questo non deve avvenire nello schieramento dell'uno o dell'altro, ma come ponte fra loro», aggiunge il padre della realpolitik americana.

«È incompatibile con le regole dell'ordine mondiale esistente che la Russia annetta la Crimea, ma dovrebbe essere possibile porre la relazione della Crimea con l'Ucraina su una base meno fragile. Con l'Ucraina disposta a rafforzare l'autonomia della regione con elezioni alla presenza di osservatori internazionali, un processo che deve includere la rimozione di qualsiasi ambiguità sullo status della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli». (an. man.)

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