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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 09:46.
L'ultima modifica è del 06 marzo 2014 alle ore 20:37.

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Se guardiamoalla crisi ucraina - come suggerisce l'intellettuale polacco ed ex direttore di Gazeta Wiborcza Adam Michnik - come "l'onda lunga" degli effetti della caduta del Muro di Berlino e della volontà dei popoli dell'ex blocco sovietico di scegliere liberamente il loro destino, allora comprendiamo meglio l'atteggiamento eroico delle proteste di Piazza Maidan a Kiev per scegliere di guardare a Occidente e non solo ad Oriente, certi che quel vento di libertà e di democrazia scaturito negli anni 80 a Varsavia con Solidarnosc è destinato, nel tempo, ad arrivare fino a Mosca.

Ma torniamo a Bruxelles e alla decisione di dare 11 miliardi di aiuti in questa nuova guerra fredda economica tra Occidente e Russia sull'Ucraina. Un gesto simbolico che però vale moltissimo per gli eroi ucraini e i loro morti sulle barricate per cacciare proprio Yanukovich. La clamorosa decisione - che non mancherà di creare nuove frizioni diplomatiche con il presidente russo Valdimir Putin che parla di "golpe" contro Yanukovich - è stata annunciata a poche ore dalla tenuta oggi in mattinata a Bruxelles di un vertice straodinario dei capi di Stato e di governo dell'Ue dedicato alla crisi ucraina.

I Capi di Stato e di Governo della Ue dovranno anche approvare gli 11 miliardi di euro di aiuti supplementari (anche attraverso fondi della Bers, la banca per lo sviluppo e la ricostruzione europea proprio dei paesi dell'ex blocco sovietico) che la Commissione guidata da José Barroso ha annunciato ieri nel corso della consueta conferenza stampa di mezzogiorno a Bruxelles nelle sede della Commissione europea a palazzo Berlaymont.

Sul tavolo del Consiglio europeo ci sono due dossier: il primo riguarda gli aiuti economici dall'Ue, come dicevamo da 11 miliardi di euro per i prossimi due anni, che la Commissione europea ha proposto ieri di stanziare con urgenza per l'Ucraina, per sostenere «un governo impegnato, inclusivo e riformatore» ma che devono avere il via libera dei capi di stato e di governo e parzialmente anche del Parlamento europeo; il secondo la possibilità (abbastanza remota per ora) di decretare azioni mirate contro la Russia, una strada tenuta aperta dai ministri degli Esteri dell'Ue tre giorni fa in occasione della riunione straordinaria del Consiglio Relazioni esterne.

In questo caso, la linea da seguire indicata è la costituzione di un gruppo di contatto che faciliti il dialogo Mosca-Kiev, con l'invio di osservatori internazionali - soprattutto Osce - per monitorare la situazione in atto nell'ex Repubblica sovietica. Sullo sfondo c'è sempre la questione della eventuale sospensione dei lavori preparatori per la riunione di giugno in programma a Sochi del G8 , come sanzione nei confronti di Mosca. Mossa che però divide gli europei: come risposta all'intervento russo in Ucraina il Regno Unito vorrebbe sposare la proposta degli Stati Uniti di boicottare l'appuntamento nella città delle olimpiadi invernali, mentre la Germania vede nel G8 di Sochi un'opportunità di dialogo con la Russia. L'Italia condivide le prudenti posizioni di Berlino, visto che il gas russo passa proprio dall'Ucraina e noi e la Germania abbiamo bisogno del gas di Gazprom per le nostre manifatture.

Del capitolo sugli aiuti fa parte anche la proposta di procedere con solerzia alla costituzione di un'area di libero scambio Ue-Ucraina, da accompagnarsi alla firma dell'Accordo di associazione con Kiev, con l'anticipazione unilaterale
dell'abolizione di dazi da parte europea, stimati in 500 miloni di euro all'anno per l'importazione di beni industriali e 400 milioni per le derrate agricole. Prevista anche la
modernizzazione della rete di transito del gas, con la importante possibilità di invertire i flussi attraverso la Slovacchia (in modo da poter inviare se del caso in Ucraina 3 miliardi di metri cubi di gas all'anno, sui 50 che il Paese consuma), e un'accelerazione della liberalizzazione dei visti per i cittadini della Republica ex sovietica. Tutte decisioni, queste, che il Consiglio europeo potrebbe ratificare o decidere di rinviare a tempi successivi .

Il documento, messo a punto lunedì dai responsabili della diplomazia europea per la discussione dei capi di Stato e di governo, potrebbe subire variazioni: le decisioni saranno dettate dall'evoluzione degli eventi, in cambiamento rapido e continuo.
Per ora è acquisito solo il principio del congelamento degli "asset" per 18 personalità ucraine considerate direttamente responsabili della sanguinosa repressione della rivolta di Maidan a Kiev.

Resta sullo sfondo le diversità di atteggiamento tra gli Stati Uniti di Barack Obama e la Gran Bretagna di David Cameron che vedono l'Ucraina come una questione soprattutto geopolitica mentre i partner europei (in particolare la Germania e l'Italia) la vedono anche come una questione geo-economica e di sicurezza di approvvigionamenti energetici.

Le due sponde dell'Atlantico, come spesso accade, si allontanano sulla valutazione complessiva della linea politica da tenere sulla crisi ucraina e sui rapporti con Mosca.

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