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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2014 alle ore 08:16.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2014 alle ore 17:46.

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PARIGI. Dal nostro corrispondente
Su Nicolas Sarkozy, virtuale candidato alle presidenziali del 2017 e ancora di salvezza per una destra divisa e rissosa, si allunga l'ombra dello scandalo di Stato. Che potrebbe spazzare via le sue ambizioni di un trionfale ritorno sulla scena politica. E quelle del suo partito, l'Ump, di vincere elezioni comunali (23 e 30 marzo) alle quali la sinistra si presenta con l'handicap dei propri record di impopolarità.
I magistrati - che da un anno intercettano le telefonate dell'ex presidente, e già questo è clamoroso e senza precedenti - sospettano che Sarkozy abbia promesso a un giudice di Cassazione, l'appoggio per un prestigioso incarico in cambio di informazioni sulle inchieste in corso nei suoi confronti.
L'intera vicenda, rivelata dal quotidiano Le Monde, inizia ad aprile dell'anno scorso. Quando i due magistrati che indagano sui supposti finanziamenti della Libia di Gheddafi (si parla di 50 milioni) alla campagna elettorale di Sarkozy nel 2007 decidono di far intercettare le telefonate dell'ex presidente e di due suoi ministri dell'Interno. Si accorgono ben presto che Sarkozy parla poco, troppo poco per le sue abitudini. Scoprono che l'ex presidente ha un altro cellulare, registrato con un nome fittizio, e intercettano pure quello. Che Sarkozy utilizza soprattutto per parlare con il proprio avvocato, Thierry Herzog.
Sulla Libia non vien fuori nulla. In compenso emergono i timori dell'ex presidente sull'utilizzo delle sue agende - private e ufficiali - sequestrate nel quadro dell'indagine per circonvenzione d'incapace nei confronti della proprietaria di L'Oréal Liliane Bettencourt (per la quale è stato già deciso un non luogo). La preoccupazione è che incrociando impegni e appuntamenti possano emergere imbarazzanti elementi a proposito di un altro caso, quello del contenzioso tra lo Stato e il finanziere Bernard Tapie sul fallimento del Crédit Lyonnais. Ecco perché Herzog ha chiesto che venga invalidato il sequestro delle agende (la decisione è attesa per martedì prossimo).
Stando alle intercettazioni, Herzog e Sarkozy sarebbero tenuti continuamente al corrente sull'evoluzione della procedura da un magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert.
Quest'ultimo ha 68 anni e, come ha detto a Herzog, vorrebbe chiudere la carriera andando a fare il consigliere di Stato a Monaco (di Montecarlo, ovviamente).
A fine febbraio la neonata Procura finanziaria nazionale, alla quale vengono trasmesse le intercettazioni, apre quindi due inchieste in cui ipotizza i reati di violazione del segreto istruttorio e millantato credito. La prima è finalizzata a scoprire come Sarkozy e Herzog abbiano saputo delle intercettazioni e quindi iniziato a utilizzare telefonini apparentemente "puliti". La seconda per capire se l'ex presidente si sia effettivamente dato da fare per soddisfare le richieste di Azibert (da Monaco smentiscono pressioni a sostegno di una candidatura che comunque è stata bocciata). In questo nuovo contesto si inseriscono le perquisizioni effettuate martedì scorso negli uffici e nelle abitazioni di Herzog e Azibert.
L'avvocato dice che «probabilmente le intercettazioni stanno proseguendo" e parla di "affaire politico", abilmente orchestrato dai socialisti. Ma la destra, che fa comunque quadrato intorno a Sarkozy, trema. Tanto più che queste rivelazioni arrivano a pochi giorni da altre due che hanno a loro volta creato un velenoso clima di accuse e sospetti all'interno dell'Ump e dell'entourage dell'ex presidente. Una riguarda supposti interessi privati del segretario del partito Jean-François Copé nell'organizzazione di alcuni eventi elettorali dell'ultima campagna. L'altra nasce dalla diffusione di alcune registrazioni di riunioni riservate all'Eliseo realizzate dall'allora consigliere di Sarkozy Patrick Buisson, vicino agli ambienti dell'estrema destra.
Boccate d'ossigeno per una sinistra che arriva in condizioni disastrose al doppio appuntamento elettorale con le comunali e le europee. Anche se il clima di crescente sfiducia dell'opinione pubblica nei confronti di destra e sinistra finirà per tradursi in un alto tasso di astensionismo e in un massiccio voto di protesta a favore del Fronte nazionale di Marine Le Pen.
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LA VICENDA
L'ex presidente intercettato
I magistrati, che già da un anno intercettano Nicolas Sarkozy, sospettano, secondo le rivelazioni di Le Monde, che l'ex capo di Stato avesse promesso a un giudice della Corte di cassazione l'appoggio per un prestigioso incarico in cambio di informazioni sulle inchieste in corso nei suoi confronti. Si tratta di varie inchieste, dai supposti finanziamenti di Gheddafi alla campagna elettorale del 2007 alla vicenda L'Oréal-Bettencourt al caso Tapie. Il partito neogollista, Ump, cui Sarkozy appartiene, parla di un'orchestrazione del Partito socialista ai minimi di popolarità.

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