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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2014 alle ore 06:42.

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3. Il gasdotto dal Caspio
Molto più concreta è la prospettiva di diversificare i fornitori di gas attraverso il Corridoio Sud: sistema di gasdotti che collegherà il Mar Caspio all'Europa e che secondo i piani dovrebbe sfociare in Italia con la Tap (Trans Adriatic Pipeline). La nuova condotta dovrebbe iniziare a rifornirci dal 2019, inizialmente con gas dall'Azerbaijan: non moltissimo per la verità, poiché 10 miliardi di mc sono meno del 2% del fabbisogno Ue. Ma in futuro il gasdotto potrebbe accogliere anche metano di altre provenienze: ad esempio l'Iraq e, chissà, magari anche l'Iran.
4. Il Mediterraneo orientale
Un'altra novità che ha cambiato il panorama dei mercati del gas è stata la scoperta di importanti giacimenti nel cosiddetto Bacino di Levante del Mediterrano, al largo di Israele e Cipro: si stima che ci siano riserve recuperabili per un milione di miliardi di mc, abbastanza per due anni di consumi europei. Tel Aviv ha già autorizzato l'export del 40% della sua produzione e Nicosia venderà quasi tutto all'estero. Le forniture non arriveranno prima del 2017, ma sono già allo studio progetti per impianti di liquefazione e anche una pipeline da 8 miliardi di mc, che potrebbe raggiungere la Grecia e – con il gasdotto Igi-Poseidon, progettato da Edison – anche la stessa Italia.
5. I giacimenti europei
Molti esperti spingono anche per lo sviluppo delle risorse interne alla Ue, che tuttora autoproduce un terzo del gas che consuma, ma i cui giacimenti sono in gran parte in declino. Incentivare esplorazioni e impianti produttivi, tuttavia, si scontra molto spesso con l'opposizione degli ambientalisti. Non solo quando si tratta di shale gas.
6. Le fonti alternative
La soluzione più drastica per liberarsi dalla dipendenza dal gas russo sarebbe liberarsi dal gas. O almeno diminuire la sua presenza nel mix energetico. L'efficienza energetica offre ancora grandi spazi di azione. La scelta di altre fonti tuttavia potrebbe eliminare un problema creandone altri: i rischi del nucleare sono ben noti, così come l'impatto ambientale del carbone. Mentre le rinnovabili – oltre a non essere sufficienti da sole – sono ancora bisognose di ricchi sussidi, che gravano sulle bollette.
@SissiBellomo
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