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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 20:17.
L'ultima modifica è del 04 aprile 2014 alle ore 11:07.

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(Afp)(Afp)

Ieri pomeriggio Agence France Presse ha rilanciato su Twitter una foto d'archivio scattata all'Assemblée National l'8 novembre 2006 (a lato): si vedono seduti ai banchi visibilmente stanchi l'attuale presidente Francois Hollande e il suo premier ora dimissionario Jean-Marc Ayrault - la testa fra le mani il primo, gli occhi stropicciati il secondo - in primo piano, tutt'altra espressione, muso duro e vagamente provocatorio, Manuel Valls guarda i banchi di fronte. Otto anni dopo quella foto rispecchia l'attuale situazione dei socialisti francesi: un presidente in seria difficoltà dopo la sconfitta alle amministrative, il premier oggi costretto alle dimissioni, il sinora ministro dell'Interno, uomo di sinistra che piace di più agli avversari (negli ultimi sondaggi il 40% dei simpatizzanti di destra lo voterebbe contro il 20% dei socialisti; Hollande sa che scegliendolo rischia di spaccare il partito, nota Les Echos) da stasera è chiamato a salvare il Ps al governo.

Pare che Valls non si sia fatto vedere nelle ore precedenti la nomina ma la cosa non stupisce. L'uomo dosa bene le uscite, i silenzi, le vie di mezzo: inflessibile sull'espulsione della famiglia di Leonarda, giovane rom kosovara in nome della quale la sinistra francese è scesa in piazza; in prima linea contro il comico Dieudonné definito «razzista, antisemita, piccolo imprenditore dell'odio» che fosse stato per il ministro non avrebbe più fatto spettacoli e pazienza per la libertà d'espressione; defilato invece nello scandalo sentimentale che ha imbarazzato Hollande: si è perfino detto che dietro lo scoop vi fosse la mano di Valls, rampante ministro in cerca di potere, si è più verosimilmente scritto che ha definito «un eterno adolescente» il presidente in motorino dall'amante, restano comunque pensieri riportati da persone vicine all'entourage che non diventano dichiarazioni ufficiali.

Certo è che dai pasticci di cuore e d'immagine d'Hollande, Valls sembra lontano anni luce: chi lo vuole lodare dice che è un uomo determinato - alcuni sperano che saprà dire dei no a Hollande - all'interno del suo stesso partito è però definito «aggressivo e difficile». Sostiene «che l'equilibrio ha qualcosa di finto, fa perdere forza, la sinistra deve invece incarnare il movimento»

Origini catalane, padre artista, nasce a Barcellona 52 anni fa, solo a vent'anni diventa francese, poi politico di primo piano senza passare per l'Ena, scuola vivaio dell'élite parigina. Valls, libero dai lacci mentali della sinistra coi sensi di colpa, sfoggia disinvoltura sui temi legati all'immigrazione, negli ultimi due anni si fa fama da duro, non piace per nulla agli ecologisti, men che meno all'estrema sinistra che più volte chiede la testa del "primo poliziotto di Francia".

Dice di ispirarsi a Tony Blair, afferma che bisogna abbandanare l'aggettivo socialista, ma ha la stessa energia e lo stesso senso della scena mediatica del Sarkozy ministro dell'Interno, nota la stampa francese. In comune i due hanno: l'essere outsider del proprio partito, l'aver iniziato entrambi con la carica di sindaco di periferia (Valls a Envry, banlieue multietnica di Parigi, Sarkozy a Neuilly-sur-Seine), una famiglia d'orgine di migranti, metodi poco ortodossi. «Dice alcune cose con una certa onestà, una certa lucidità e sì, è vero, a volte con una certa brutalità»osserva Alain Bauer, professore di criminologia, amico del neopremier dai tempi dell'università.

Sarkozy e Valls hanno infine in comune un certo successo con le donne: l'ex presidente ha sposato Carla Bruni e prima di lei l'affascinante Cecilia; secondo un recente sondaggio di Elle il 20% delle francesi vorrebbe «una torrida avventura» con questo neoprimo ministro bruno dagli occhi blu risposato a una violinista.

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