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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2014 alle ore 15:15.
L'ultima modifica è del 07 aprile 2014 alle ore 21:48.

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Nel testo di domani non appariranno i dettagli dei tagli, ma solo le macro cifre. Il Def delineerà, oltre al Piano nazionale delle riforme, le indicazioni fondamentali sulla politica economica del governo, con la volontà dunque di tagliare il cuneo fiscale a favore dei lavoratori, con l'obiettivo di coprire tutta l'operazione con i tagli di spesa e di ridurre l'Irap a favore delle imprese trovando le coperture nell'aumento delle rendite finanziarie. Viene delineata anche la linea di privatizzazioni per ridurre il debito e l'ammontare, circa 20 miliardi, di pagamenti della P.a. che saranno accelerati grazie alla Cdp.

Stime contenute nel Def

Il pil italiano crescerà quest'anno con ogni probabilità dello 0,8%. Dovrebbe essere questa, secondo quanto si apprende, la stima contenuta nel Def, che rivedrebbe così al ribasso le più ottimistiche previsioni del governo Letta, fissate all'1%. La Commissione Ue prevede invece per quest'anno un aumento ancora più contenuto dello 0,6%. Il rapporto deficit/pil dovrebbe invece essere contenuto al 2,6% come calcolato in questo caso da Bruxelles.

La scure di Renzi su manager e dirigenti pubblici

Gli stipendi di dirigenti e manager pubblici nel mirino di Renzi. Chi lavora per le amministrazioni pubbliche non potrà guadagnare più degli emolumenti che vengono riconosciuti al Presidente della Repubblica. Il tetto, che ora è parametrato allo stipendio del presidente della Corte di Cassazione, sarà limato ancora, dagli oltre 300 mila euro attuali ai 270 mila riconosciuti al Capo dello Stato. Il limite sarebbe fissato per i dirigenti apicali e scenderebbe a: 190 mila per i capi dipartimento, 120 per i dirigenti di prima fascia, 80 mila per quelli di seconda. Con un risparmio che potrebbe da subito arrivare a oltre mezzo miliardo di euro. I tagli non arriveranno con il Def, che però indicherà gli interventi che il governo vuole attuare. Molto più probabile che sia necessario attendere ancora una settimana prima di vedere in concreto la norma. I tagli, che in parte serviranno a ridurre quanto ipotizzato inizialmente sul fronte sanitario, serviranno proprio a compensare il minor gettito che il governo conta di incassare aumentando di 80 euro le detrazioni sull'Irpef.
Il rinnovo dei vertici di molte controllate del Tesoro potrebbe essere l'occasione per una revisione delle retribuzioni riconosciute. Risparmi saranno però realizzati anche dalla riduzione del numero dei consiglieri di amministrazione oltre che dalla riduzione del numero delle partecipate, ad esempio quelle controllate dagli enti locali, fissando tetti anche rispetto alla popolosità del territorio servito. È questo un capitolo dal quale il piano Cottarelli puntava a raccogliere 1 miliardo nel 2015 e 2 nel 2016: obiettivi che potrebbero essere anticipati.

I tagli anche a Palazzo Chigi

«Per cambiare il paese dobbiamo partire da noi», è la ratio con cui il premier Renzi spinge per fare una consistente sforbiciata di stipendi e dipartimenti nella riorganizzazione di Palazzo Chigi. Una mossa molto simbolica per far capire che tutti devono fare i sacrifici, tanto i «santuari intoccabili» delle istituzioni quanto i manager pubblici e gli enti inutili.

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