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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2014 alle ore 15:44.
L'ultima modifica è del 08 aprile 2014 alle ore 16:13.

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Cgil: cambiare il decreto Poletti
Per Serena Sorrentino della Cgil le misure del dl 34 sono «contraddittorie e a rischio di contrasto con la normativa Ue». C'è poi poca armonia tra le semplificazioni dei contratti a termine e apprendistato con la previsione contenuta nel ddl di un nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Per la rappresentante della Cgil il nodo del contrasto con la normativa Ue vale sia per i contratti a termine (in particolare per il nuovo regime della reiterabilità) e sull'apprendistato laddove si è resa cedevole la parte formativa. Positivo invece il giudizio della Cgil sul rifinanziamento dei contratti di solidarietà.

Cisl: bene il dl Poletti, valorizza la flessibilità buona
Per la Cisl, rappresentata da Luigi Sbarra, il dl Poletti «valorizza le forme di flessibilità buone», cioè contratti a termine e apprendistato «che per quanto riguardano tutele e diritti sono paragonabili a quelle dei contratti a tempo indeterminato». Per la Cisl vanno contrastate le forme di cattiva flessibilità e le false partite Iva e collaborazioni. Si potrebbe migliorare la normativa sui contratti a termine prevedendo la riduzione del numero di proroghe per evitare troppi contratti di breve durata. Seconda la Cisl poi si potrebbero prevedere incentivi per la stabilizzazione dei lavoratori.

Uil: provvedimento generalista e statalista
Per Guglielmo Loy della Uil il dl Poletti è un provvedimento «generalista e statalista», e non c'è coordinamento con le altre norme previste nel ddl delega. Sull'apprendistato poi le semplificazioni introdotte sulla parte formativa potrebbero rischiare rilievi Ue. Ma non solo. Aver tolto la forma scritta al piano formativo «potrebbe far aumentare il contenzioso», spiega Loy che chiede anche al governo di «rifinanziare gli ammortizzatori sociali e la solidarietà per la pmi.

Rete Imprese Italia: misure nella giusta direzione
Per Rete Imprese Italia la forte semplificazione di contratti a termine e dell'apprendistato «va nella giusta direzione». L'acausalità a 36 mesi «ridurrà il contenzioso»: e per questo non bisogna emendare questa disposizione, spiega Mauro Bussoni, vicedirettore generale di Confesercenti. L'impianto complessivo del dl 34 «non deve essere modificato», spiegano i rappresentanti di Rete Imprese Italia.

Confprofessioni: serve un regime transitorio
I rappresentanti dei professionisti giudicano positivamente «le aperture» su contratti a termine e apprendistato. Sarebbe però opportuno, dicono, che «in sede di conversione sia specificata una disciplina transitoria per capire se le novità sui contratti a tempo si applichino o meno ai rapporti in corso». Alcuni dei quali in scadenza nei prossimi giorni. Sull'apprendistato, invece, che nel settore rappresenta il 15% delle assunzioni 2013, Confprofessioni plaude all'aver reso facoltativa la formazione trasversale, viste le difficoltà di coordinamento con le regioni: «È un grande elemento di semplificazione», spiegano.

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